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Un piccolo fiore sul mio petto.

23 febbraio 2013 by Siro 42 Comments

Mi metto in tasca un piccolo fiore,
mi metto in tasca un piccolo fiore.
Ti legassero stretta alla quercia più vecchia,
se davvero non vuoi il mio cuore. 
Francesco De Gregori

Ho raccontato tantissimo tempissimo fa, mentre aspettavo la secondogenita, delle mie difficoltà nello scegliere i nomi.
Poi però non ho mai detto perché ho scelto il nome Dalia.
Lo volevo musicale, non troppo lungo, semplice ma non banale e, vista la mia #etimoloporn (avevo scritto etilo- che lapsus!), dal significato non troppo strampalato. Che Filippo è un gran bel nome ma io non sono grande amante dei cavalli, e che a forza di andar con la Mencaroni, ho cominciato a zoppicare pure io.
Volevo tantissimo dare un nome di fiore.

Il mio preferito è sempre stato Viola, è un nome multisensoriale: è un colore (il mio preferito per giunta), un fiore (quindi un profumo), uno strumento musicale.
Breve, semplice, non banale.

Non era nemmeno diffuso nel 2007, quando ho scelto quello come nome per la mia prima figlia.
Ora Viola è una stellina o un angioletto, se siete persone romantiche.
Oppure è un agglomerato di cellule smaltite da qualche parte in un modo che non ho voluto sapere, se siete cinici.
Oppure è il nome della ferita che mi porto dentro, una piaga dolceamara, una cicatrice che fa sempre male, la terza figlia che non posso abbracciare, non posso cullare, non posso.

La seconda è un pesciolino, un dono del mare, etimologia di Alice, se lo si considera derivato dal greco (e vi pare che io non lo consideri derivato dal greco?).

Con la terza è tornata la voglia di fiori. E poi mi girava in testa la canzone di De Gregori, mi metto in tasca un piccolo fiooore.

Ma quale fiore? Margherita, Giacinta, Gelsomina, Altea, Iris, Rosa, Edera, Erica… Petunia?

A un certo punto mi è venuto in mente Dalia.
Il suono mi piaceva molto. Comincia con una dentale. Si fa notare, ma poi scivola via, con quella elle liquida fra tre vocali.

D A L I A.

Che bel suono.
La dalia è un fiore bellissimo, semplice ma non diffusissimo.
Mi sono cercata l’etimologia.

Non me ne frega un granché di mister Dahl, ma la coincidenza del nome con il significato lituano mi piaceva molto.

THALIA (particolare), Jean-Marc Nattier, 1739

Sono poi andata a cercarmi un sostantivo greco che assomigliasse a Dalia.
Perché?
Così, perché sono scema.

Mi è venuta in mente la parola “talea” derivante dal greco thalia/thalea dal significato di “fioritura”.

Poi mi sono ricordata che c’è anche una musa, dal nome assonante di Talia o Thalia (la trascrizione dal greco dovrebbe essere Thaleia), la musa della Commedia e della Satira.
Ma bello!
Per un attimo ho pensato anche di chiamarla così, col th. Solo un attimo, è stato solo un attimo, per fortuna non l’ho fatto.

Infatti volevo un nome semplice, invece non lo capisce nessuno, sarà perché è poco diffuso, ma lo storpiano in mille modi.
Daria? Dania? Italia? Taglia (ma dico io, perché mai dovrei chiamarla Taglia)?
Non era quello che avevo in mente quando l’ho scelto, ma va bene lo stesso.

Ora che ho il mio piccolo fiore al petto posso dirmi soddisfatta della scelta.
Perché forse davvero “nomen omen”, la mia Dalia è un fiore delicato, dalla pelle rosea e chiara e gli occhi celesti, i capelli lievi e arruffati come piume di pulcino.
Soffre il freddo ed è molto assetata, non richiede particolari cure, sta volentieri a mollo nel concime organico (ma quanta ne fa????).

Spesso mi sono chiesta perché mi è venuto in mente proprio questo nome.
Mi sono risposta a lungo che non siamo noi che scegliamo i nomi, bensì sono i bimbi che ci sussurrano in qualche modo il nome che vogliono portare.

Poi sono tornata a fare la doccia al piano di sopra, per la prima volta dopo che ho partorito, e ho visto una cosa.
Questa cosa, insieme alla prova provata di esistenza in vita di gente che si chiama Ottorino, Antavleva (Non ti volevo), Geval (Diavolo) e Geiar (forse J.R?), mi ha fatto leggermente dubitare di questa teoria.

”

Alla faccia del subliminale!
Volete influenzare il mio voto?
Scrivetemelo sul falcone del bagnoschiuma, sulla confezione della carta igienica, sulla scatola dei foglietti acchiapacolore.

E tu, Dalia, ringrazia che non ti ho chiamato Frangipane.

Questo post partecipa al blog tank di Donna Moderna Il primo dono che fai a tuo figlio è il nome. 

E siccome che sono una capra, pur copiando e incollando l’html come da istruzioni, non sono riuscita a mettere il badge corretto. Quindi ho copincollato la patacchina. Va bene uguale no?

Aggiornamento: ecco la pagina con tutte le partecipanti.

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Filed Under: Alice, Dalia, Io, linguaggio, mitologia, nome

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Comments

  1. Anonymous says

    23 febbraio 2013 at 12:14 pm

    Bello, bello, bellissimo! La tua Dalia si conserverá con gelosia questo bellissimo post!
    Stellina

    Rispondi
    • Siro says

      23 febbraio 2013 at 2:19 pm

      Questo commento è stato eliminato dall’autore.

      Rispondi
    • Siro says

      23 febbraio 2013 at 5:37 pm

      Dici? Invece magari le scoccerà sapere che la mamma ha scelto il suo nome influenzata da un bagnoschiuma. Beh, dai, meglio Dalia piuttosto che Procter&Gamble.

      Rispondi
  2. Angela says

    23 febbraio 2013 at 1:13 pm

    ma che bello Silvia!! molto dolce!!!

    Rispondi
    • Siro says

      23 febbraio 2013 at 2:20 pm

      Grazie Angela (ancora mi devo abituare a chiamarti così!).

      Rispondi
  3. Rocco Citro says

    23 febbraio 2013 at 2:07 pm

    molto bello. anzi, Proprio Delizioso. Semplice E Lieve.
    come sempre. brava!

    Rispondi
    • Siro says

      23 febbraio 2013 at 2:21 pm

      Grazie Rocco. Presto conoscerai sia il pesciolino che il piccolo fiore, spero.

      Rispondi
    • Rocco Citro says

      23 febbraio 2013 at 7:09 pm

      certo che sì! (appena torno dal Canada…)

      Rispondi
    • Siro says

      23 febbraio 2013 at 8:45 pm

      Certo, venendo via dal Canada passa dalla California (Florida?), che ci mangiamo un po’ di pesce, con la cipolla se vuoi.

      Rispondi
  4. Anonymous says

    23 febbraio 2013 at 3:03 pm

    …io aggiungerei…come sempre da applausi!!!!! Bello…e brava Siro…!!!!!
    Deb757

    Rispondi
    • Siro says

      23 febbraio 2013 at 5:39 pm

      Grazie Deb. È vita vera questa, ormai lo sai…

      Rispondi
  5. Alexa says

    23 febbraio 2013 at 3:44 pm

    Bello, dolce, tenero!!Brava (come sempre!!)!

    Rispondi
    • Siro says

      23 febbraio 2013 at 5:41 pm

      Alexa dove sei come stai cosa fai??? Dai dunque che ci manchi, fatti viva cazzarola.

      Rispondi
  6. Roberto Matteucci says

    23 febbraio 2013 at 3:46 pm

    Amore mio, le lacrime sono uscite così copiose che anche il cielo ha deciso, trasformando la neve in pioggia, di unirsi al mio pianto!
    Mi trasmetti emozioni incontrollabili, piango e sorrido allo stesso tempo. Il dololore per il ricordo, ma anche la tua “mattitudine” che mi fa sbellicare dalle risate!
    TI AMO
    Roberto

    Rispondi
    • Siro says

      23 febbraio 2013 at 5:42 pm

      No non piangere più. Ridi. Io credo che riderò anche al mio funerale se continuo così.

      Rispondi
  7. Ilaria says

    23 febbraio 2013 at 6:34 pm

    Dalia è un nome bellissimo! Proprio bellissimo….

    Rispondi
    • Siro says

      23 febbraio 2013 at 8:52 pm

      Grazie Ilaria, anche a me piace molto.
      Benvenuta qui. Ho sentito parlare di te, il titolo del tuo blog mi aveva incuriosito, mi sa che ti ho incorciato su Zelda forse, ma non ti avevo mai letta. Ho sbirciato al volo sul tuo blog e ho visto il blog tank di donna moderna. Partecipo anche io quasi quasi.

      Rispondi
  8. PrecariaMamma says

    24 febbraio 2013 at 5:11 pm

    Da come scrivi, da quello che descrivi, vi vedo proprio come una famiglia degna di vivere a Fairy Oak, dove le creature magiche hanno nomi di fiori 😉

    Rispondi
    • Siro says

      24 febbraio 2013 at 10:35 pm

      Sai che non ho idea di che cosa sia Fairy Oak?

      Rispondi
    • PrecariaMamma says

      27 febbraio 2013 at 11:41 am

      http://www.fairyoak.it/
      Sì, lo so, sono una romanticona, ma il paragone è venuto spontaneo: la mamma delle streghette, per dire, si chiama Dalia

      Rispondi
    • Siro says

      27 febbraio 2013 at 11:44 am

      che storia! ma dai! adesso vado a vedere.

      Rispondi
    • Siro says

      27 febbraio 2013 at 11:47 am

      ma che bello, li voglio leggere! a proposito, sai che Alice io la volevo chiamare Rossa Primavera? almeno di secondo e terzo nome… me l’hanno bocciato. Avevo proposto anche Amaranta. bocciato. tutte e due le volte.

      Rispondi
    • PrecariaMamma says

      27 febbraio 2013 at 12:06 pm

      Rossa Primavera?!!!
      credo di amarti

      Rispondi
  9. Anonymous says

    25 febbraio 2013 at 10:13 am

    Bravissima Silvia..Dalia è proprio un gran bel nome e molto originale! E anche la canzone di De Gregori mi piace molto..
    Noemi

    Rispondi
    • Siro says

      25 febbraio 2013 at 11:14 am

      Grazie Noemi, anche Emma è un nome bellissimo. Noi l’abbiamo dovuto scartare perché il cognome di mio marito comincia per Ma, e quindi stava malissimo, faceva un po’ l’effetto balbuzie.
      La canzone di De Gregori per me è fantastica, apparentemente così semplice e così poetica. Insieme a Pezzi di vetro è una delle mie preferite.

      Rispondi
  10. Valentina says

    25 febbraio 2013 at 10:34 am

    oh mio dio, Siro, brava! leggo il tuo post con una cucciolina in braccio dell’età, credo, di Dalia e mi fai commuovere!sarà felice di rileggerti da grande!e che belle parole ha scritto quell’uomo…!

    Rispondi
    • Siro says

      25 febbraio 2013 at 11:16 am

      Dalia ha compiuto 8 mesi ieri. Quanto ha la tua? Come si chiama?
      Quell’uomo è un poeta eccezionale, lo si dovrebbe studiare a scuola. Lui, Guccini, De André, Piero Ciampi, Tenco, Lauzi, Battiato dovrebbero essere studiati a scuola come letteratura contemporanea.

      Rispondi
    • Valentina says

      25 febbraio 2013 at 12:24 pm

      Si chiama Livia (e anche la scelta del suo nome non è casuale, forse meno poetica ma non casuale: ricordi la seconda moglie di Ottaviano Augusto, ecco lei..!)e ha 8 mesi a Marzo. Le mie due figlie hanno i nomi di due donne importanti, della loro vita faranno quello che vogliono ma se in nomen omen…:)!

      Rispondi
    • Siro says

      25 febbraio 2013 at 12:34 pm

      Livia è un nome bellissimo. Era anche tra le mie proposte, ma era forse un po’ troppo simile al mio nome. Il suono è molto dolce, non trovi?
      A questo punto vogliamo sapere anche il nome della seconda! Potresti scrivere anche tu il post sul nome e segnalarlo a donna moderna.

      Rispondi
    • Valentina says

      26 febbraio 2013 at 10:19 am

      Quasi quasi… mi hai fatto venire voglia…ma come si fa?

      Rispondi
    • Siro says

      26 febbraio 2013 at 10:27 am

      Mah, guarda non so se l’ho fatto bene. Io l’ho visto sul blog di Ilaria che ha commentato qui poco sopra. Segui il link che ho messo a donna moderna, lì c’è il lancio del blog tank, io ho messo un commento mettendo il link a questo post e poi ho prelevato l’html per mettere il bollino. ma non ci sono riuscita (forse funziona solo se lo metti nella barra a lato con l’apposito gadget?). Quindi l’ho copiato solo come immagine e l’ho inserito nel post. Boh.

      Rispondi
    • Valentina says

      26 febbraio 2013 at 10:48 am

      oh no scusa , è già tutto scritto nel post, seguirò le indicazioni…

      Rispondi
    • Valentina says

      26 febbraio 2013 at 10:48 am

      grazie ci provo…!!!!

      Rispondi
  11. Anonymous says

    25 febbraio 2013 at 11:11 am

    Che bel post! Commovente e dolcissimo…
    Elinor

    Rispondi
    • Siro says

      25 febbraio 2013 at 11:17 am

      Oh Elinor, benvenuta, e grazie.

      Rispondi
  12. BaiLing says

    27 febbraio 2013 at 2:25 pm

    Che bella quest’etimologia del nome 🙂
    Dalia poi mi piace tantissimo: corto e musicale!
    :-***

    Rispondi
    • Siro says

      27 febbraio 2013 at 2:37 pm

      Grazie Roberta. Tu il maschio lo chiamerai Filippo, vero? 😉

      Rispondi
  13. Mariella says

    28 febbraio 2013 at 12:26 pm

    E cosa posso aver sussurrato io ai miei per essere chiamata MARIANGELA????

    Sei super dolce…

    Rispondi
    • Siro says

      28 febbraio 2013 at 2:38 pm

      Beh Mariangela è meglio di Ottorino no? Angela poi è un nome che mi piace molto.
      Lo dicevo io che la teoria del sussurro non funziona, o magari hai sussurrato in un momento di baccano e hanno capito male.

      Poi comunque ti sei rifatta con un nickname strepitoso 😉
      Qui vale il rutto e la parolaccia libera cara, puoi usarlo se vuoi.

      Rispondi
    • Mariella says

      4 marzo 2013 at 1:31 pm

      Burp… <3

      Rispondi
  14. Robin says

    10 marzo 2013 at 8:57 am

    Mi ha fatto ridere il “Volevo un nome semplice, invece non lo capisce nessuno.
    Non era quello che avevo in mente quando l’ho scelto, ma va bene lo stesso.”

    Mia mamma, con un cognome straniero e un nome vagamente italiano, ha sempre voluto per me un nome semplice, italiano e inequivocabile: che non mi accadesse quello che era successo a lei per una vita, da quando era venuta in Italia da bimba “Come si scrive??” e poi “Ah, interessante! Da dove viene questo cognome?”
    E invece, ironia della sorte, il mio nome ha due varianti e mi viene sempre chiesto quale sia la giusta ^^’ Una tradizione di famiglia temo! 😉

    Comunque, esiste davvero qualcuno che ha chiamato il figlio Antavleva?? O_o

    Rispondi
    • Siro says

      10 marzo 2013 at 9:37 am

      Ciao Robin, benvenuta! Spero che Dalia non debba passare la vita a dire “no, Dalia, con la D come Domodossola e la L come Livorno”. Io ho un cognome normale dalle mie parti, ma tutte le volte, soprattutto al telefono devo fare lo spelling perché ha una certa assonanza con un famoso politico (e prima di lui un cantante).
      Tu hai figli? Hai seguito la tradizione di famiglia per dargli un nome? 😉

      Antavleva esiste, ma la romagna è un pozzo senza fondo di nomi strani. Guarda, ti incollo il primo articolo che trovo sull’argomento: http://www.nomix.it/nomi_amarcord.php. Anche qui alla fine cita Antavleva. A me lo disse mio nonno, che conosceva uno che si chiamava così. Credo che ci abbia scritto un libro anche Eraldo Baldini, sull’argomento.
      Conosco personalmente una marea di Werner, Yader, Wolmer, Wilmer, ecc. tutti sotto i 40. Conosco un simpaticissimo Vanes, e mi assicura che nellla sua zona è nome diffusissimo. Mia madre ha insegnato in un paese di campagna per molti anni, ed ha avuto alunni che si chiamavano Suellen e Geiar. Ottorino faceva il segretario nel seggio di fianco al mio.
      Per continuare la tradizione ideologica volevo dare due secondi nomi “rivoluzionari” anche alle mie figlie, ma mi è stato bocciato in famiglia.

      Rispondi

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