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Di alberi e di denti, di cose che vanno e cose che vengono.

27 novembre 2013 by Siro 20 Comments

Dico addio a un altro dente. Gli facciamo il funerale anche se è già morto. Mia nonna diceva ogni figlio un dente. Infatti sono due. Tre con Viola e il dente del giudizio, che infatti è lì che sono cresciuta, col dolore di estirpare cose a forza dal mio corpo. E vabbè. Ciao.

Dico addio all’albero dei vicini, l’hanno tagliato. E ora mi accorgo come mi manca, come mi adornava l’orizzonte, come mi filtrava in filigrana il tramonto. Era un po’ la mia siepe leopardiana, che da tanta parte dell’ultimo orizzonte il guardo esclude, troppo spazio aperto ora, Anche a te ciao, mi mancherai.

Faccio la dieta, con la leggerezza che si dovrebbe avere. Mangio cose buone e sane, cucinate con amore, non a me, che per me non ne metto mai via abbastanza di amore, ma da lui, che è ancora a casa in paternità e ci vizia con coccole, dispensate dalle sue mani grandicon generosità e in egual misura fra le tre donne.

Segno tutto quello che mangio e lo registro sull’ultima diavoleria elettronica che mi sono regalata, che mi segue anche nelle mie notti stanche. Scopro così che dormo tante ore, ma solo di sonno leggero. Ho le vibrisse in tensione, un occhio aperto e un piede giù dal letto.

Eppure sono serena. Direi anche felice. Perché poi eppure? Cos’è mai un dente e un albero e il sonno disturbato in confronto al sorriso che si sveglia prima di me la mattina?

Arriva prima il sorriso e poi io, come il gatto di Alice.
Mi arrotolo sorniona intorno alle gambe delle mostricciattole. Cicciotte e corte le une, lunghe magre e nervosette le altre. Avvolgo le portatrici sane di gambe e faccio le fusa. Le lecco, le annuso, le amo.

Intanto vivo, studio, lavoro. Aspetto piccole risposte, attendo nuovi compiti che si prospettano allettanti, vedo la luce in fondo al tunnel di un lavoro che è stato la mia quotidianità per tanti mesi. Vedo parole prendere vita, tradursi in filmati, in applicazioni, in cartine animate. E sono soddisfatta. Cerco di dare una casa nuova a questo blog, ma mi perdo e niente mi pare vada bene, poi ricomincio con entusiasmo e so che gira e paciuga presto o tardi ce la faccio, sai?
Riprogetto la stanza delle bimbe, che cresca e le accolga e le coccoli e giochi con loro. Un letto nuovo. Sposto tutti i mobili. Ruotiamo la stanza tutta di 45°.

Mi si aprono nuove opportunità, nuove prospettive. Cose belle che mi piacerebbe fare. Per quelle alchimie che ti portano a conoscere una persona affine a te in una stanza piena piena piena di gente. Che poi ti porta a conoscere cose che si fanno in altre città. Che poi ti portano ad aprire finestre che… ecco.
Io adesso mi siedo qui, mi faccio un té e penso.
Sorrido.
E penso che ce la potrei anche fare. Che forse togliere l’albero e guardare più in là del mio giardino potrebbe in fondo anche essere interessante.

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Filed Under: Io, ispirazioni, istantanee

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Comments

  1. firmatocarla says

    27 novembre 2013 at 8:23 am

    Wow. Che atmosfera nelle tue parole. Che bella sensazione. Tante cose, tanti cambiamenti, ma l’idea che il tuo posto sicuro è lì, in mezzo a quelle piccole grandi novità, a quelle gambette , a quelle ricettine, a quei nuovi progetti… si respira soddisfazione, aleggia serenità. Mica poco!

    Rispondi
    • Siro says

      27 novembre 2013 at 11:43 am

      Aria di calmo fermento, di sereno sommovimento.

      Rispondi
  2. PrecariaMamma says

    27 novembre 2013 at 10:35 am

    “Arriva prima il sorriso e poi io, come il gatto di Alice”
    potrei amarti per sempre, dopo questo 🙂

    Rispondi
    • Siro says

      27 novembre 2013 at 11:42 am

      Anche se la frase non è grammaticalmente corretta? O forse per quello? Molto libbberatorio.
      Trattasi della sindrome del gatto di Alice unita a sindrome dell’anacoluto redentivo.

      Rispondi
    • PrecariaMamma says

      27 novembre 2013 at 11:56 am

      la frase è icasticamente perfetta

      Rispondi
    • Siro says

      28 novembre 2013 at 9:23 am

      #conversazionifracopy 😀

      Rispondi
  3. MariellaSticazzi says

    27 novembre 2013 at 12:45 pm

    Sei bella gioia…quando scrivi così ti adoro.

    Rispondi
    • Siro says

      28 novembre 2013 at 9:05 am

      Solo quando scrivo così (così come poi)? Io pensavo che tu mi amassi sempre, senza se e senza ma, giusto un masticazzi di tanto in tanto…

      Rispondi
    • MariellaSticazzi says

      28 novembre 2013 at 12:14 pm

      Di base ti amo. Aggiungo l’adorazione quando scrivi distrattamente di quello che c’è nella tua testa.

      Rispondi
  4. Cristina says

    27 novembre 2013 at 6:30 pm

    Sei partita con gli addii e la malinconia a hai finito con la felicità e il sorriso……. E’ bello sentirti così 🙂

    Rispondi
    • Siro says

      28 novembre 2013 at 9:07 am

      direi che sono partita con dolore e privazione 😀 Povero dente e povera me.
      Ma via, verso nuove avventure. Se me lo tolgono lo metto sotto al cuscino, ‘nsisamai.

      Rispondi
  5. la duchessa says

    30 novembre 2013 at 7:26 am

    Ci sono persone che quando le incontri, dal vivo o virtualmente, ringrazi in silenzio, dentro di te, Qualcuno o Qualcosa per averle messe sulla tua strada e averti permesso di riconoscerle. Sono persone in grado di aggrapparsi all’unico raggio di luce in una stanza buia e farne un trampolino per saltellare fuori al sole. Persone come te, Siro.
    Love you.

    Rispondi
    • Siro says

      30 novembre 2013 at 9:36 am

      Oddio grazie.
      Questo è uno dei più bei commenti che siano stati lasciati in questo blog, e uno dei più bei complimenti che mi siano stati fatti nella vita.
      Grazie.
      Mi ci aggrappo e lo coccolo.
      Ci conosceremo presto, vero?

      Rispondi
    • la duchessa says

      30 novembre 2013 at 10:28 am

      Certo, cara. Non possiamo esimerci 🙂

      Rispondi
  6. Stellina says

    30 novembre 2013 at 11:27 am

    Oggi, proprio oggi, ho salutato per sempre ricordi di bambina, di mare, di grasse risate e di una grande donna speciale che porterò nel mio cuore…ho salutato tutto ciò con tristezza, con l’amarezza di chi non capisce il senso di tante cose e di chi non riesce proprio a sentirsi felice in questo periodo così buio…poi arriva il tuo post…cose che vanno e cose che vengono…forse devo solo tagliare qualche pianta e spostare il mio sguardo, forse la mia serenità è solo dietro un cespuglio…forse!! Speriamo che il nuovo anno mi aiuti a vedere nuovi orizzonti…anche se alla fine, lo so che sono i miei occhi che lo devono cercare. Grazie amica…come sempre sai che io ti adoro!

    Rispondi
    • Siro says

      30 novembre 2013 at 1:07 pm

      Tesoro. Gli addii, piccoli e grandi fanno sempre male. Bisogna stare male ma bisogna imparare anche a lasciare andare le cose, lasciarle fluire, solo così si lascia posto a nuove cose per entrare.
      Ti abbraccio e ti adoro anche io (ma vediamoci presto però, caspita!).

      Rispondi
  7. Veronica. Mentre dormono. says

    2 dicembre 2013 at 9:56 pm

    Mi hai commossa con queste parole. Soprattutto, pensa, con il cibo che vi è preparato con amore. Parli qui di tante cose andate e perse ma anche di tante belle, alcune già lì con te ed altre in arrivo: vuole dire che sei in una fase di apertura in cui le sai cercare e cogliere. E’ il miglior stato d’animo, direi. Baci Silvia sino a lì!

    Rispondi
    • Siro says

      4 dicembre 2013 at 9:36 am

      Grazie, sono arrivati e sono stati graditi. Spero anche per quel che riguarda te che questi abbracci virtuali divengano presto reali.

      Rispondi
  8. Anonymous says

    3 dicembre 2013 at 10:23 am

    Mi unisco al coro dell’amore per te e per la tua scrittura!
    E.

    Rispondi
    • Siro says

      4 dicembre 2013 at 9:42 am

      Oddio grazie. Questi complimenti mi fanno bene in questi giorni. Anche io ti amo E. 😀

      Rispondi

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