Ciao.
Mi permetto di darti del tu, ma dopo aver letto “C’ero una volta” mi sembri quasi uno di famiglia.
Che presunzione.
Comunque.
Ti volevo raccontare una cosa, non so perché ma te la racconto lo stesso.
Sarà stato il 1995 circa, io avevo 20 anni. Avevo da poco visto – e amato tantissimo – “Strane storie”.
Una notte tornavo da ballare e un amico mi ha chiesto un passaggio. Per portare lui ho allungato la strada di circa 25 chilometri.
Dopo averlo lasciato a casa sono tornata verso casa mia, in macchina da sola.
Avevo bevuto parecchio ed era molto tardi, o molto presto, visto che cominciava ad albeggiare.
A un certo punto ho visto davanti a me lo squalo di strane storie. All’inizio pensavo fosse conficcato nell’asfalto, ma mi sembrava che si muovesse nel mio stesso senso di marcia. Allora ho pensato che fosse un camion a vela, di quelli che portano in giro la pubblicità.
Ma era troppo assurdo: “cosa pubblicizza un film che non è nemmeno nuovo, alle 6 di mattina?”. Allora mi sono resa conto che mi stavo addormentando. Mi sono fermata. Lo squalo altro non era che il cielo che schiariva fra le due ali di pineta ai bordi della strada. Mi sono fermata e ho preso una boccata d’aria e un caffè.
Proprio Strane storie veh.
Questa lettera l’ho scritta al signore che ha fatto questo manifesto. Brividone quando ho scoperto che l’aveva fatto lui – insieme ad altri capolavori come la pubblicità della Ferrarelle. E l’ho scoperto leggendo la sua autobiografia (prima parte).
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P.s. questo post ha appena vinto il premio come titolo più contorto della storia. Me lo sono assegnato da sola.
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