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Ubris

15 gennaio 2013 by Siro 20 Comments

CONCILIO DEGLI DEI, Raffaello, 1515-1517, Roma, Villa Farnesina

Questo è il famoso post che avevo in bozza in cui mi lamentavo diffusamente.
Dopo tutte queste botte d’ottimismo posso tornare a lamentarmi? Ho sentito no, da qualche parte, ma faccio finta di niente.
La ubris* è l’equivalente nell’antica grecia del nostro peccato originale. Ma mentre secondo la morale cattolica noi nasciamo già con questo fardello, per gli antichi greci potevi cadere nel peccato di ubris nel corso della tua vita.
Praticamente noi veniamo al mondo con la camiciola della fortuna già impataccata da altri, mentre per i greci ti sbrodoli mangiando.
Sono scema se preferisco gli dei dell’Olimpo?

NEMESIS, Albrecht Durer, 1501-1502, Manchester, Whitworth Gallery

Questa simpatica signorina un po’ chiappona (sì ma allora me le cerco!) qui a fianco è Nemesis, personificazione della “vendetta divina” a fronte dell’insolenza degli umani. La sua funzione era di mantenere l’equilibrio tra le sfortune e le fortune degli uomini, e pensava bene di farlo inviando ogni genere di punizione a chi era troppo fortunato o si vantava della propria felicità.
Era così carina che non trovava pace finché non ristabiliva l’ordine come lo voleva lei.

Famosi ubraroli sono stati Ulisse e Prometeo, ma un po’ tutti i protagonisti delle tragedie greche e della mitologia prima o poi ci sono cascati.

La grandezza dell’eroe greco sta così nella sua vittoria sulla hybris, nella sua rinuncia consapevole a voler essere troppo grande, nel suo sapersi arrestare una volta giunto al fragile e talvolta indistinto confine della possibile azione umana, per non entrare in competizione con gli dei. Perché, se tale limite egli supera, se osa gloriarsi eccessivamente dei propri successi e della propria felicità, può scatenare l’invidia degli dei, che non è meschina gelosia degli immortali nei confronti di una piccola porzione di successo sperimentata dagli uomini, bensì è il meccanismo attraverso il quale gli uomini vengono ricondotti al loro ruolo, appunto, umano, che vieta loro di assaporare la felicità degli immortali (PHTHONOS)“. Fonte

Insomma, in parole povere: stai al tuo posto, testa bassa e lavorare, altrimenti da lassù arrivano bastonate.

Invece io mi sono macchiata dell’orrenda colpa. Sono stata ubrarola e ora pago.
Espio (voce del verbo espiare).
Analizziamo nel dettaglio le mie affermazioni, quelle che non son piaciute agli dei.

Ne abbiamo fatto subito un’altra perché Alice è buonissima

 e non paga ho aggiunto anche

Mai più svegliata la notte da quando aveva due mesi

non solo dorme, ma

Dorme da sola “ciao babbo ciao mamma!”

e come ha preso l’arrivo della sorellina?

Gelosa??? nooooo! è felicissima

e il subitaneo inserimento al nido?

Come le piace andare a scuola!

comunque me lo immaginavo perché

Alice? Mai stata mammona

Come te la cavi con due?

Ci credi che facevo più fatica con Alice piccola che adesso con due?

E Dalia com’è?

Dalia è un angioletto, appena nata ha rischiato di morire perché non stava sveglia neppure  per mangiare, dorme sempre!

A cui sono seguiti nell’ordine

Queste bambine hanno una salute di ferro / anche mio marito non si ammala mai / per fortuna che almeno io resisto

Ma la peggiore di tutte è stata

Io la borsa nera perfetta l’ho trovata

Affermazione a cui ho dato seguito anche con pubblicazione su instagram della foto della suddetta borsa. Oh donna sconsiderata!
 

Pubblicazione a cui è seguita quasi subitanea rottura del moschettone ritratto proprio nella foto.

Poi vabbé, Alice ha smesso di dormire e viene nel lettone 800 volte, non si addormenta se non spalmata su un adulto, possibilmente di sesso femminile e il cui nome cominci per S, i tentativi di omicidio della sorella non si contano, Dalia ha avuto il raffreddore da ottobre ad oggi, la rottura del timpano, il cagaglio, la febbre a 80, i puntini e probabilmente anche la filossera, io non ho dormito più di 40 minuti filati per oltre due mesi, mio marito è a letto con un’ernia. Ma questo non vi interessa vero?

Infatti vi racconto della borsa.
Vado dal calzolaio di fiducia “Nisba signora, non detengo tali moschettoni, pur li detenessi sarebbero di colore non atto a sostituire gli esitenti, entrando in palese contrasto cromatico con il resto delle finiture, dovrebbe cambiare tutto, dalle cerniere alle borchie”. Sticazzi Mecojoni (ho finalmente capito di aver sbagliato tutta la vita).
Vado nel punto vendita della nota casa di moda da cui proviene la borsa “Niet signora, la manderei alla casa madre (nel mio cervello suona il tema de La morte nera) ma questa non è una borsa della presente collezione, quindi dubito assai che questo pezzo si possa sostituire”. Sgrunt.
Vado da un altro calzolaio noto in città per la sua poca eloquenza e tanta sostanza. “Vede sa, avrei questa borsa, pare che nisba e che niet, lei mica crede, pensa, potrebbe…”.
Grugnisce, mi strappa la borsa dalle mani, si gira, una martellata ben assestata, mi rende la borsa. “Quanto…” mi fa cenno di andarmene.
Ecco, dietro questa cosa c’è una morale, la devo trovare.

Come sono sopravvissuta alla furia degli dei?
Drogandomi. No, non scherzo.

Ciò che il dottore mi diede per guarire da non so quale fra le piaghe d’Egitto che si era accanita sulla mia bocca.

Adesso bisogna uscire dalla situazione, abbasso la testa e mi reco all’oracolo di Delfi per sapere quale Dio mi sono inamicata con la mia tracotanza. Se devo fare un sacrificio umano so già a chi darei fuoco, ma mi sa che gli Dei non lo vogliono manco da fumare quello lì.

Delfi fuori stagione è una barba, intanto provo con Siri:

“Oh oracolo santo, come posso placare gli dei?”

Il grande oracolo è un  po’ duro d’orecchi mi sa.

Intanto medito sulla morale della borsa, che il segreto potrebbe essere tutto lì.

Suggerimenti?

*la traslitterazione corretta dal greco è hybris, ma se dico ubris, e trattasi di lingua morta, tanto vale…

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Filed Under: Alice, cazzate a go-go, Dalia, religione, rincoglionimenti da mamma, ubris

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Comments

  1. Fantacri says

    15 gennaio 2013 at 1:21 pm

    Il segreto è proprio lamentarsi sempre di qualcosa, tanto quando ti vanti che ti va tutto bene la fregatura è dietro l’angolo! 😉

    Rispondi
  2. Stellina says

    15 gennaio 2013 at 5:15 pm

    Carissima, anch’io credo di essermi inamicata gli dei (anche se non so cos’abbia fatto di male )… fatto sta che ogni volta che spero che una cosa non accada oppure dico qualcosa… ecco che irrimediabilmente avviene. Ti faccio un esempio: all’università, guai a dire, speriamo non mi chieda quella cosa… prima domanda….signorina, mi parli di quella cosa… e tu pensi (ma mi avrà sentita?!). Ora avviene più o meno la stessa cosa, l’altro giorno dico ad un’amica “però è tanto che ricky non ha la febbre”, il giorno dopo ecco il termometro salire… e ti potrei fare mille e mlle esempi… il problema è che ho paura di parlare e ora pure di pensare…gli dei ti leggono anche il pensiero…chissá quale sciagura si potrebbe avverrare…
    Un bacio
    stellina

    Rispondi
  3. Giulia says

    15 gennaio 2013 at 10:46 pm

    Eviterei i consigli di siri sul come piacere ai gay, potrebbe portarti ulteriori complicazioni…
    Per il resto, magari un “grazie al cielo” alla fine di ogni fortuna, una strizzati ma d’occhi verso l’alto…chissà, forse si erano solo risentiti lassù.. (“ma guarda, tutte ste fortune, pure la borsa che volevano noi le abbiamo lasciato e nemmeno una telefonata, una cartolina…”)
    Oppure c’è sempre il grugnito del secondo calzolaio…
    😉

    Rispondi
    • Siro says

      16 gennaio 2013 at 8:16 am

      Ma io sono gratissima per tutte le fortune! Forse però questa gratitudine andava espressa meglio. Brucerò la cena in loro onore stasera 😉

      Rispondi
    • Giulia says

      17 gennaio 2013 at 7:20 am

      O lascia latte e biscotti come per babbo natale!

      Rispondi
    • Siro says

      17 gennaio 2013 at 8:40 am

      buona idea! Oppure un’orecchia di elefante (questa la capisce solo chi è tua follower su instagram!).

      Rispondi
    • Giulia says

      19 gennaio 2013 at 7:40 am

      Con l’orecchia plachi davvero ogni ira di ogni deo!
      😉

      Rispondi
  4. PrecariaMamma says

    21 gennaio 2013 at 6:02 pm

    Ah ah ah! Non puoi capire come mi immedesimo. Io ho una nemesi full time, come una badante.

    Rispondi
    • Siro says

      21 gennaio 2013 at 9:12 pm

      Fantastica questa! Ciao Stefania, ci si rincontra, infine, dopo più di dieci anni… 😉

      Rispondi
    • PrecariaMamma says

      22 gennaio 2013 at 8:17 am

      davvero? ci conosciamo? Carramba che sorpresa! ma dove? come? dammi qualche indizio 🙂

      Rispondi
    • Siro says

      22 gennaio 2013 at 8:29 am

      Allora, che indizio ti do? Siro non ti dice niente?
      Non ci vediamo da tanto, ma ci siamo “ritrovate” da poco. Ho visto che hai cambiato la foto del profilo su fb e sono venuta a vedere, e lì ho visto che avevi un blog. 😉 Mi sto leggendo gli arretrati piano piano, credo di essere ancora al 2010.
      Praticamente te l’ho detto!

      Rispondi
    • PrecariaMamma says

      22 gennaio 2013 at 9:41 am

      ho capito! Sono un segugio 🙂
      ora rimedio a una mancanza su fb

      Rispondi
  5. Anonymous says

    24 gennaio 2013 at 3:38 pm

    Ogni volta che ti leggo non riesco a non ridero….però succede proprio così…io a volte quando penso qualcosa che non vorrei che accadesse poi mi dico subito dopo….ma che azz….e adesso vedrai che succede!!!!!! Per fortuna a volte non succede….devo imparare a tenere la mente zitta!!!!!!
    Comunque sei grande…
    Deb757

    Rispondi
  6. Siro says

    25 gennaio 2013 at 11:06 am

    ZIttire la mente???? E come si fa? Io dico un decimo di quello che penso, pensa un po’…
    A pensarci bene però, se ne vede in giro un bel po’ di gente che soffre di mutismo del cervello, quindi è possibile. Come, però? Quella credo che sia una dote innata.

    Rispondi
  7. BaiLing says

    25 gennaio 2013 at 10:35 pm

    😀
    Mi hai fatta morire dal ridere!
    (e voglio l’indirizzo di quel calzolaio!)

    Rispondi
    • Siro says

      25 gennaio 2013 at 11:18 pm

      Ah il mitico calzolaio!
      Mi sa che è un po’ fuori mano per te, ma se capiti nella città dei mosaici…

      Rispondi
  8. Mariella says

    15 febbraio 2013 at 1:15 pm

    Non ho parole.
    Anzi: TU SEI LA MIA DEA.

    Rispondi
    • Siro says

      15 febbraio 2013 at 1:27 pm

      Vedi che la cosa è reciproca!
      È per il “sticazzi” vero?
      Oddio, mica vorrai i diritti d’autore?

      Rispondi
  9. Rocco Citro says

    15 febbraio 2013 at 6:41 pm

    secondo il pensiero magico meridionale è bene lamentarsi sempre per qualsiasi cosa. per non dare alcuna ragione all’invidia altrui e scongiurare così il malocchio.
    se qualcuno ti parla di un suo male, di qualsiasi tipo, tu rilancia sempre.
    se l’altro non parla, attendi mostrando dolore. prima o poi si scoprirà lamentandosi di qualcosa e tu potrai superarlo.
    ora scusami termino bruscamente questo commento, ma mi fanno male moltissimo le dita e ci vedo poco.

    Rispondi
    • Siro says

      15 febbraio 2013 at 9:21 pm

      grazie per questo bellissimo commento Rocco. Credo che tu abbia ragione, d’altra parte il pensiero magico meridionale è discendenza diretta dalla religione olimpica.
      Infatti io ho sbagliato tutto, ieri ho ringraziato tutti gli dei (ma ho dimenticato Esculapio), e oggi mi sono arrivate un altro paio di tegole in testa.
      Adesso vedo se trovo un servizio di prefiche via internet, attive 24/24 e 7/7 possibilmente.

      Rispondi

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