“I Barcamp sono non-conferenze. In un Barcamp nessuno è spettatore, tutti contribuiscono alla riuscita dell’evento, preparando una presentazione, mostrando una demo, partecipando alla discussione o infine aiutando nell’organizzazione dell’evento o sbattendosene allegramente di tutto questo e passando il tempo a bere birra, far chiacchiere e farsi fotografare in pose poco consone.” Cit..
Non vedo l’ora che sia il 2015 per andare a un altro Romagna camp. Bellissimo. Divertenterrimo. Molto utilissimo.
Questa la bacheca degli speech
Sul blog del Romagna Camp c’è il programma più dettagliato, con tanto di link che rimanda ai siti degli splendidi personaggi che li hanno tenuti.
Io ho potuto imparare tante cose utili dall’esperienza di chi si è messo in proprio prima di me e ha imparato a gestire un ufficio senza ufficio, un intero staff che lavora da casa propria, con successo. Ho visto come i singoli professionisti si possono aggregare e creare delle cooperative del sapere, oppure unirsi in un gruppo LinkedIn creando una Business Community (FiordiRisorse), oppure ancora dar vita a una roba strana e divertentissima che si chiama Imprenditori Anonimi.
C’erano fior fiore di professionisti che hanno messo in comunione il loro sapere, parlandoci di psicologia della ricerca sui motori, di come creare contenuti di qualità, di piattaforme che aggregheranno (presto, molto presto) blog dai contenuti di qualità (segue dibattito su come valutare questa qualità), dell’importanza di far crescere l’ecosistema in cui lavori attraverso la libera condivisione delle informazioni (se il cliente capisce di più ti apprezza meglio).
Ho scoperto che ci sono belle iniziative, come quella di creare occasioni di aggregazione per ragazzi, dove possono imparare a usare/programmare il computer, in laboratori open, non in classi strutturare (coderdojo). O quella di costruire testi scolastici in e-book, insieme agli studenti, esigenza nata dal terremoto e trasformatasi in una bella opportunità di crescita per tutti. Ho finalmente saputo di più sul crowdfunding, e mi si è aperto un mondo su Minecraft, gioco in voga al momento, una sorta di lego virtuale con una grafica che sembra uscita dagli anni ’80 (“è in low-fi per permettere alla fantasia di essere hi-fi”cit. Gianluca Diegoli).
Inutile che faccia una gran pappardella e che perda tempo a linkare: qui foto, report, link, slide di venerdì mattina, venerdì pomeriggio, sabato mattina, sabato pomeriggio.
Io soprattutto mi sono divertita. Tantissimo.
Ho fatto una selezione degli interventi più divertenti (second me, come direbbe Elio).
Piero Tagliapietra. Un semiologo, come me, che si occupa di Social Media Engineering (eh?). Parla di stupidità ingenuità umana, ovvero di quanto è facile hackerare una società attraverso i social. Dio che spasso. Intanto si è presentato con una maglietta con su scritto “ironman”. Già, ma dentro al profilo di un ferro da stiro.
Gaspar Torriero. Ovvero come smettere di essere il bersaglio continuo delle pubblicità. Voi lo sapete che esistono dei tool per non essere tracciabili e di conseguenza profilabili e vendibili alle aziende da parte dei social media così? Pensate poi ad un discorso così, fatto da un personaggione che a Zelig farebbe sfigurare tutti, che parla a una platea zeppa di social media cosi. Dibattito a seguire. Spassosissimo pure quello.
Davide Galanti. Ha illustrato come organizzare al meglio i lavori del team con una app, Podio, che io stavo cercando da un po’. Cioè di cui avevo letto da qualche parte ma che poi non avevo appuntato e non ne ricordavo più il nome. Adesso sarà finalmente mia e non ce n’è più per nessuno. Purtroppo non ci sono ancora le slide, ma le aspetto con ansia, perché ora c’ho Podio, ma non è che lo so proprio usare…
Con i 5 euro dell’iscrizione mi hanno dato una birra, un blocco per appunti, un camp utile, divertente, in un posto bellissimo e dietro casa, tutti scalzi o in infradito.
PrecariaMamma says
io io ci venghio nel 2015!
Siro says
Ma perché non ci ho pensato ad avvisarti che ci andavo! Mannaggia. Questo è biennale, ma ogni anno a giugno c’è il freelance camp, stesso posto, stessi organizzatori. Vieni a quello!
PrecariaMamma says
sì del freelance avevo saputo ma coincideva con un altro impegno. L’anno prossimo chissà. Chissà se sarò ancora freelance, poi, che a gennaio dovrei aprire la partita iva non agevolata (argh!).