Ho messo in valigia il pigiama, la piastra ghd, i pitturini. Tra le calze e le mutande ho messo i miei sogni di 20 anni fa; sotto al caricabatterie e al libro ho messo un po’ di ansia, che si schiacciasse un po’.
Nella tasca interna, i ricordi delle serate al cinema Apollo 8 film 8.000 lire, l’incanto dei muti al Lumiere, le osterie del Pratello con i muri scrostati e un bicchiere di rosso 1.000 lire. La bottega magica sotto casa, i chilometri nei miei polacchini per arrivare a via San Vitale, strada dritta all’andata, al ritorno poi perdersi nei vicoli intorno a via degli Orefici a respirare l’odore delle botteghe verduracarnepescespezie. La biblioteca di via Galliera e quella “del 25”. L’odore di Maria e quello dei libri nuovi o, più spesso, delle fotocopie calde.
Le lezioni di Eco. Scoprire che è umano, che starnutisce, mangia, fuma, e che se gli parli ti risponde.
Nel beauty ho messo i miei orecchini preferiti e i sorrisi giovani di Elisa, Marta, Vanessa, Alessia, Chiara. Le notti a parlare con Andrea, i ricci di Gaetano, le cì aspirate di Enrico.
Ho chiuso la valigia e sono andata a Bologna. Sono andata a incontrare la deputata del Pd, i professori universitari, la editor, la ghost writer, la giornalista del GR.
Ma non li ho visti.
Ho visto l’amica con cui ho condiviso notte sui libri e giorni di festa, quella con cui studiavo inglese e venivo bocciata a ripetizione, quella che mi invitava sempre a mangiare a casa sua. Gli stessi sorrisi, le stesse facce. Solo più belle. O siamo tutti migliorati, oppure la vecchiaia aumenta l’indulgenza.
Alcune facce nuove anche, che in quest’anno di frequentazione via facebook sono diventate facce amate tanto quanto quelle che amavo vent’anni fa.
In alcuni casi, vent’anni di distanza hanno avvicinato. Vero PocketBitch?
Le ansie si sono volatilizzate, annegate al primo sorriso d’accoglienza.
Per un giorno e mezzo sono stata di nuovo Silvia di Ravenna, nessuno mi chiamava mamma (e che ci provasse!). Una vacanza da me stessa, per ritrovare me stessa.
Una sola nota stonata. Mi prendo una vacanza da Peppa Pig e cosa mi accoglie in hotel?
firmatocarla says
Che emozioni hai ripescato anche dentro di me!!! I miei anni universitari dove vivevo in un mondo parallelo, lontana da casa per 5 giorni su 7…non so, però, se troverei quello che hai descritto tu… Di certo cambierei la camera!!! ^_^
Siro says
Pensa che l’ha prenotata la mia amica, su booking, doveva essere una stanza da 600 euro, a un prezzo stracciato. Il quadro è un pezzo di arte contemporanea della loro collezione. Siamo state un po’ sfigate. Comunque l’hotel era bello, ma il servizio non era da 4 stelle. Se la credevano, ma non mi rivedranno, e non solo per il minipony.
la duchessa says
Quante frasi avrei potuto scrivere io. Anzi, quante cose che stanno dentro di me hai messo in parole.
La città non è la stessa ma…tutto il resto è sovrapponibile.
Certo. Io al minipony avrei dato fuoco 😀
Love, S.
Siro says
Sono anni che lasciano il segno eh.
Bologna è meravigliosa. Bisogna che ci vada più spesso, in fondo è solo un’ora di treno. La scoprirai presto anche tu, forse, no?
la duchessa says
E sì, la scoprirò, anche perché ho una cugina che amo molto che vive lì con la famiglia.
E tu, se per caso ti venisse voglia di cedere alla moda del momento che fa rima con Salento…potrai scoprire Lecce, che è la mia Bologna 🙂
<3
Siro says
Io sono stata in Salento, già due volte, e credo che ci sarà sicuramente anche una terza e una quarta e una quinta…
Lecce è veramente molto molto bella.
PrecariaMamma says
io sono quella che come te “veniva bocciata a ripetizione in inglese”?
la prossima volta vieni a dormire da me. Alle pareti solo impronte e pedate taglia 21-33
Siro says
no, quella è Alessia. Tu sei una delle “facce nuove anche, che in quest’anno di frequentazione via facebook sono diventate facce amate tanto quanto quelle che amavo vent’anni fa”. Perché allora non ci conoscevamo granché.
Domani quasi quasi scrivo il risvolto della medaglia. Oggi mi è venuto in mente perché a un certo punto ho smesso di frequentare i compagni di facoltà (a parte le mie 4 o 5 amiche).
PrecariaMamma says
<3
allora aspetto la variante caustica, di cui mi pare di notare un’anticipazione su FB 😉
Cecilia Santini says
Come scrivi bene! Mi fai sempre commuovere (e sono una dura).
Siro says
oddio, grazie, Cecilia. Anche io ti leggo sempre eh.
Robin says
Se rinasco vado anch’io all’università fuori sede 🙂
Siro says
Secondo me è una esperienza imprescindibile. Devo ringraziare i miei genitori che me lo hanno permesso e soprattutto mia madre, che mi ha spinto a farlo. Lei abitava a Ferrara e lì ha fatto l’università, mentre sua sorella è andata a Venezia. Mi ha sempre detto che era un esperienza che avrebbe tanto voluto fare. Per ciò spero di avere la possibilità (e il coraggio) di farlo fare anche alle mie figlie. E rilancio anche con l’erasmus, che invece non ho avuto il coraggio di fare.
Anonymous says
Che coincidenza, anche io in questi giorni sono in stretto contatto con la mia coinquilina e con gli amici degli anni dell’università!
Che bello ritrovare le certezze degli anni passati.
Sul fronte Erasmus e sulle esperienze all’estero in generale, raccomando a tutte le mamme di farsi forza e di non ostacolare i propri figli su questo fronte. Io ho fatto T U T T O : un anno all’estero alle superiori, borsista erasmus, borsista universitaria per la raccolta all’estero di materiale per la tesi di laurea, borsista Leonardo. E poi ho lavorato all’estero per 3 anni.
Niente mi ha fatto crescere come quelle esperienze, per me sono state linfa vitale.
e.
Siro says
Sono assai d’accordo E.
Visto poi che sono libera professionista e in teoria posso lavorare ovunque potrei andare con loro! Scherzo.
Però potrei andarle a trovare spesso.
Ok, ogni tanto…
Anonymous says
ah ah, attenzione, ai miei tempi (mi riferisco all’anno all’estero alle superiori) le visite della famiglia erano altamente sconsigliate, se non addirittura bandite! E a quei tempi (che vecchiaaaa!) non c’erano la posta elettronica e nemmeno skype, per non parlare di whatsup.
Io ricordo di aver scritto fiumi di lettere ai miei, una modalità di comunicazione che prima non avevamo mai usato e che ci ha avvicinato tantissimo. Ricordo poi l’emozione di tornare a casa da scuola e trovare una letterina che aveva fatto il giro del mondo per arrivare a me… che meraviglia!
e.
Siro says
infatti scherzavo. 😀
Non ha un gran senso che vadano via se poi vai loro appresso…
Sei stata proprio brava e coraggiosa ad andare via così tanto.
Anonymous says
Sono stata fortunata ad avere un papà e una mamma generosi e di ampie vedute. La prima esperienza è stata un pò un salto nel buio, poi andare all’estero è diventata una “necessità”. (e adesso infatti … fremo!!!)
Altro aspetto meraviglioso della faccenda è stata diventare noi una famiglia ospitante: ho avuto in casa, per vari periodi, “fratelli” e “sorelle” da ogni parte del globo, anche per periodi lunghi (1 anno). E’ un’esperienza altrettanto entusiasmante e formativa, per grandi e piccini!
e.
Siro says
bellissimo essere famiglia ospitante! Voglio aspettare un paio d’anni ancora e poi vorrei cominciare a ospitare anche io. Pensavo anche di ospitare i bimbi di Chernobyl, che tutti gli anni si fanno un po’ di colonia in Italia in estate.
Vedi quante cose hai da raccontare?
Come vorrei leggere un tuo blog!
Anonymous says
Arrossisco!
Comunque caso mai facciamo un patto: per il blog io metto qualche storia e qualche contenuto, e tu fai i testi, che sei senz’altro più brava di me 😉 !
Anche a me piacerebbe ospitare, ma devo fare i conti con una casa piccolina… E francamente piuttosto di babysitter/tate/nonni non so cosa darei per poter avere una seria ragazza alla pari. Ma serve una stanza in più, che manca!
Tra l’altro al momento sono alle prese con le riflessioni su dove piazzerò il fagiolo che attualmente abita nella mia pancia… Mah, in qualche modo faremo, al limite metterò la culla di fianco alla vasca da bagno!!!
e.
Siro says
:-O
e me lo dici così???? EVVIVAAAAAAAAA IL FAGIOLOOOOO
Per il blog: che ti frega della scrittura, in un blog è bello leggerci la vita dentro.
Urca E. mi hai emozionato.
Un bacione.
Veronica. Mentre dormono. says
Io ho fatto tanti viaggi di studio all’estero ma durante l’università sono stata qui: un po’ perché ero innamorata, un po’ perché ho iniziato a lavorare nella mia facoltà al terzo anno di studi e un po’ moltissimo perché durante l’ultimo anno aspettavo già la mia prima bimba.
Ripensandoci ora: mi è mancato e tanto. L”Erasmus, un tirocinio post-laurea fuori, stare fuori casa leggera in cerca di uno spunto ulteriore… Questi giorni infatti mi ritrovo a pensare che sarei felice se le bimbe le facessero queste esperienze. Vorrà dire che mi toccherà andarle a trovare…
Quanto leggera ti sei sentita a ritornare solo Silvia da Ravenna? Quanta energia ti ha dato che ti porterai dietro in questo periodo?
Siro says
leggerissima. E soprattutto ho dormito come un sasso. Ho un aggeggino nuovo che mi tiene monitorato il sonno. A casa dormo tante ore (alla fine), ma tutte di sonno leggero, là invece: Pum. Sonno profondissimo.
mammamucca says
Che meraviglia ritornare ad esser sè stessi per qualche giorno! Certo che i little pony se lo potevano risparmiare, ahahahah!
Siro says
è arte contemporanea. Chissà quanto gli è costato! Nel resto dell’albergo c’erano opere bellissime, ma questa mi faceva hahare proprio…
Lo straniamento è tornare a essere la se stessa che si era 15 anni fa. Per poi tornare a casa e rendersi conto che preferisco essere quella che sono ora. Una piccola vacanza per potersi poi apprezzare di più.
mammamucca says
🙂
Misantrophia says
E’ bellissima quella foto!
Siro says
Grazie! Intendi il miny pony immagino.
L’altra invece sembra una via di paese e invece ciò che si intravede dietro all’arco in fondo alla via è Piazza Maggiore.
illatocomico says
ciao bella, c’è un premio per te 🙂
http://illatocomico.wordpress.com/2014/01/04/primo-compleanno/