Ho fragilità, capillari.
Mi spingono le lacrime in punta di occhi.
Calcano parole dolorose in punta di dita. Premono per uscire, fanno male, pizzicano nelle unghie.
Vaporizzano i pensieri, ne fanno fumo denso, acre. Mi tossisce il cervello.
Mi ottundono le orecchie, sento voci indistinte, non colgo tutte le parole ma ne sento il tono astioso. Per essere fragili hanno una bella forza, contro di me.
Caricano la lingua, a ondate amare. Lo stomaco brucia, i capelli si elettrizzano.
Devo mettere le mani nell’acqua, i piedi sul legno, la testa nel silenzio, poi nella confusione, poi nel silenzio.
Aspetto che passi. Aspetto il buio. Mi raggomitolo un attimo, fermo tutto.
Domani smetto, domani ricomincio.

Hei, amica, che succede? …
Tutto ok. Ogni tanto i lupi necessitano di ululare alla luna 😉
Che bella la neve da voi!! Qui n’è venuta un po’ ma si è subito sciolta 🙁
Anche qui, sai, è durata una mattina. Meglio cos’, noi siam gente di mare, non siamo attrezzati.
Attendere è la scelta migliore… attendere rende sempre tutto più chiaro, e più semplice anche.
Buon we!
🙂
Lo è. (Auguri!)
che poi ogni tanto fa bene anche lasciarsi un po’ andare, chiedere coccole e autococcolarsi 🙂
Secondo me avevo liquidi in esubero da drenare. Da qualche parte dovevano uscire.
Poetessa!!
seh, dei poveri! 😀