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Storia di un fiore che si tramutò in un gatto.

12 marzo 2014 by Siro 15 Comments

Olimpo. Giugno 2010.
In fila per la distribuzione delle anime c’è trambusto. Da qui non vedo bene cosa succede.
Qualcuno ha lasciato aperto i cancelli dell’Olimpo e hanno fatto corrente, sparpagliando i fogli del doganiere?
Il coppiere ha rovesciato un po’ di ambrosia sulle ginocchia di Zeus provocandone l’ira e causando una tempesta di fulmini?
Afrodite aveva provato un primer che non funzionava e si stava incipriando il naso spargendo polvere iridescente con effetti allucinogeni e psichedelici?
Fatto sta che un gatto ha approfittato della distrazione per infilarsi e prendere posto nel corpo di mia figlia. Oppure il doganiere ha confuso due anime.
Oppure le hanno innestato il programma “gatto” invece che quello “bimba dolce con nome di fiore” e lei sta eseguendo quello.

Il suo manuale ha prescrizioni severissime e indicazioni precise.

REGOLE di DALIA paro paro che se fosse un GATTO

Accompagnare sempre genitori e ospiti al bagno. Sedersi sul vasino e guardare. Accompagnare le esternazioni del malcapitato con finti sforzi, espressioni facciali di sollievo e – naturalmente – ripetute e pronte risate di scherno. Aspettare la braga calata e poi farsi le unghie con gusto sulle cosce.


Protestare vivacemente in caso di porte chiuse. Nel tentativo di aprirle, infilare la mano e schiacciarsela dentro. Chiudere le porte aperte e poi cercare di abbatterle a testate. Quando si esce rimanere sempre sul ciglio della porta. Se si precedono i genitori, frenare bruscamente onde essere travolta e suscitare il loro immantinente senso di colpa.

Aspettare che la mamma e il babbo si siano vestiti – un minuto prima di uscire per scappare di corsa in ufficio – per smoccolarsi sulla loro spalla o possibilmente in una zona in cui non se ne accorgano all’istante, ma solo una volta giunti a destinazione. Aspettare che cambino la tovaglia per spalmarci sopra la qualunque, che facciano il pavimento prima di rovesciare il succo di frutta e poi saltarci dentro come Peppa Pig. Però prima mettersi le galosce di Alice.

Aiutarli tantissimo. 
Farsi prendere in braccio in tutti i modi al momento di scolare la pasta, rovesciare tutte le costruzioni sulla soglia della porta quando è ora di portare in tavola. 
Fare tanti disegni artistici sui preventivi di mamma, nascondere il libro di babbo, togliere cose essenziali tipo le chiavi della macchina e gli occhiali dalla borsa di mamma, che quando gira per casa e dice tutte quelle parole strane è tanto divertente. Individuare un posto sicuro in casa in cui nascondere cose per loro inutili, per te inestimabili: bollette in scadenza, ipad aziendale, la bottiglia del latte.
Riempire le scarpe di mamma con oggetti piccoli e acuminati.
Buttare la qualunque nel water. 
Togliere tutta quella roba dal bidone dell’immondizia.
Piazzarsi sulle ginocchia e reclamare Peppa su YouTube in caso di relazione urgente serale. 
Filtrare le telefonate dei genitori. Tutte. Al primo squillo attaccarsi ai pantaloni e tirare, emettere suoni gutturali e ripetuti fino a fine telefonata, poi darsi alla macchia.

Quando i genitori hanno qualcosa in braccio, camminargli tra le gambe. Seguirli da vicinissimo in modo che quando invertono la rotta non possano evitarti. 

Dormire poco e mai più di un paio d’ore filate. Non è dormire se non è con mamma e babbo. Su mamma e babbo. Luoghi preferiti: sul collo, sulle ginocchia, sulla pancia (ma in modo che i tuoi piedi arrivino esattamente sotto alla manibola). Lanciare urla smodate e ingiustificate nel cuore della notte. Ogni tanto tirare anche qualche calcio secco, aiuta a mantenere la circolazione -tua e dei tuoi genitori – perfettamente attiva.

Emettere solo miagolii. Modulati a seconda delle situazioni, ma miagolii. Che non sappiano mai che sai parlare. 

Alle 6 di sera lasciare qualsiasi attività per fiondarsi verso la porta ripetendo mamma-mamma-mamma-mamma indicando col ditino la porta da cui sai che a breve si materializzerà il genitore femmina.

Fare tante coccole, tante fusa. Occhioni dolci, soprattutto in caso di marachella: sguardo innocente da sotto in su, labbrino in fuori, pronto al tremolio (per qualche tutorial rivolgersi al gatto di Shreck). E tante tante risate, di cuore, col gorgoglio. Che sai che a queste cose loro non resistono. E ti perdonano tutto il resto.


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Comments

  1. ArteMamma says

    11 marzo 2014 at 7:46 pm

    Praticamente una meraviglia della natura!
    La foto è tenerissima:-)

    Rispondi
    • Siro says

      11 marzo 2014 at 8:59 pm

      Tenera come un gatto. È un po’ scomoda anche 😄

      Rispondi
  2. pinkg says

    11 marzo 2014 at 8:13 pm

    Che miciotta dolcissima!
    Dai presupposti, con un paio di stivali ti potrebbe far diventare ricca!
    P.S. stasera da queste parti si narrerà di lupi tristi e bimbe che sanno di fragole e panna
    Baci

    Rispondi
    • Siro says

      11 marzo 2014 at 9:01 pm

      Ma dai! L’hai comprato? Ti piace? Non è bellissimo?
      Noi stasera abbiamo letto “pisellino e patatina istruzioni per l’uso”. 😀

      Rispondi
    • pinkg says

      12 marzo 2014 at 4:06 am

      Questo commento è stato eliminato dall’autore.

      Rispondi
    • pinkg says

      12 marzo 2014 at 5:31 am

      Si, è straordinario!
      Il lupo con la lacrimuccia ci ha commosso….
      A proposito di verdurine, un bimbo dice a una bimba ” la mamma mi ha detto che questo tu non ce l’hai!” e lei ” la mamma mi ha detto che con questa posso averne quanti ne voglio!”
      😀

      Rispondi
    • Siro says

      13 marzo 2014 at 11:32 am

      😀

      Rispondi
  3. MammaInSE says

    11 marzo 2014 at 9:59 pm

    E’ l’anima affine del Bibo. Se si dovessero mai incontrare probabilmente incenerirebbero la casa ma sai che grassa risata ci farebbero su!!

    Rispondi
    • Siro says

      12 marzo 2014 at 6:55 am

      Il problema è che nonostante tutto la grassa risata la fanno fare a tutti!

      Rispondi
  4. mammagari says

    12 marzo 2014 at 5:31 pm

    io adoro i gatti 😉

    Rispondi
    • Siro says

      13 marzo 2014 at 11:34 am

      Anche io. Ne ho sempre avuti tanti. Per un periodo addirittura 7 contemporaneamente.
      Ma ti assicuro che essere madre di un gatto è strano.

      Rispondi
  5. PrecariaMamma says

    12 marzo 2014 at 6:12 pm

    l’unica forma di perfezione che possa essere paragonata a quella del bambino è quella del gatto. Quindi la tua Dalia si trova in una condizione di perfezione perfettissima: cosa vuoi di più?

    Rispondi
    • Siro says

      13 marzo 2014 at 11:35 am

      Dormire. E soldi. Potrei approfittare dell’idea di pinkg qui su…

      Rispondi
  6. firmatocarla says

    12 marzo 2014 at 10:58 pm

    Un fiore, un gatto. E’ matematico. E dolcissimo…

    Rispondi
    • Siro says

      13 marzo 2014 at 12:46 pm

      anche divertente, nonostante tutto. 😀

      Rispondi

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