L’ultima volta che ho parlato di libri, ho raccontato della principessa che si annoia ad essere rosa. Vi ho già parlato anche della mia idiosincrasia per le principessine del cazzo e della prima volta al cinema di Alice, proprio a vedere Frozen.
A me piacciono le principesse sveglie. Per questo le ho chiamate “principesse nelle fragole”, che coi piselli ci fanno le seppie in umido.
Trovo sia bello che le bambine abbiano scelta. Che si appassionino pure a Cenerentola e Biancaneve, ma che abbiano anche dei modelli alternativi. Ponyo ad esempio. O se deve essere una principessa Disney, almeno Rapunzel o le sorelle di Frozen (Rebel invece non l’ho particolarmente amata).
Non credo che sia un gran problema, in realtà, quello delle principesse. Io adoravo Cenerentola eppure non vado in giro a seminar scarpette o ad adescare prìncipi alle feste.
Qui sopra vedete uno screenshot. Potete continuare a leggere l’articolo su La Stampa.
Poi per favore tornate qui a commentare con me.
Io ieri sera l’ho riguardato, come ogni sera da martedì, il giorno in cui è uscito il DVD.
Dopo attenta analisi dichiaro che il vero scandalo in effetti è il rapporto fra Kristoff e Sven.
Due maschi certo, ma il fatto che il secondo sia una renna aggrava la loro posizione.
In tutto il film si fa costantemente riferimento alla puzza di Kristoff, chiaro indice di promiscuità con la sua bestiola. Nella canzone dei troll si parla poi esplicitamente di una sua insana passione per le renne, ma dicono che può guarire.
La fissazione perenne
che ha per le renne
ma con un po’ di pazienza passerà…
La rennosessualità comunque è una malattia e quindi si può guarire, no? Magari leggendo la Bibbia. Qui a Ravenna poi con i ministri della chiesa abbiamo un ottimo rapporto. Nell’ultimo mese 3 o 4 arresti/segnalazioni. Un prete è prima finito nel fiume con il suo Suv in stato di ebrezza, poi poco tempo dopo è stato arrestato per pedofilia. Il suo sostituto ha investito un ragazzo in scooter e poi è fuggito, si è costituito due giorni dopo. Un altro è stato denunciato dalla sua amante per averle fratturato un dito.
Ma va bene così.
Continuiamo ad additare le principesse, che sono pericolose sovversive e mettono in testa strane idee alle bambine (che sia perché sono troppo magre o perché sono troppo emancipate).
E comunque si sta tanto a pettinar le renne e a far le pulci alle principesse emancipate. Se queste due treccione vi sembrano rivoluzionarie…
… preparatevi a vedere Principessa Mononoke, un vecchio film di Miyazaki che torna al cinema dall’8 al 15 maggio, ridoppiato.
Non vedo l’ora, io ne ho visti solo dei pezzetti, in giapponese sottotitolato in inglese.
La principessa lupo. E ho detto tutto.
Why says
Questa interpretazione polemica me l’ero persa… geniale devo dire. Ma, per fortuna, non mi pare abbia avuto molto seguito e risonanza. Che poi bisogna essere proprio tanto ottusi per non vedere lo splendore del rapporto tra le due sorelle e la figura meravigliosa delle difficoltà degli adolescenti di imparare a controllare le proprie emozioni che il ghiaccio di Elsa mette in scena in modo splendido.
Beh, per fortuna nella loro grande cultura non si sono accorti che la sirenetta è la vera favola dei gay, quella sì. Andersen era omosessuale e la creatura che non può amare l’uomo perché non è donna chi è…? E’ già stato raccontato tutto, con una delicatezza e una sensibilità che si stanno perdendo in clamori ideologici di un’ottusità angosciante.
Anche le altre principesse poi, prima che la Disney le appiattisse sullo stereotipo della donnetta poco sveglia, si portavano addosso secoli di consapevolezze drammatiche e profondissime (i piedini delle geishe e le mutilazioni femminili in genere -Cenerentola viene dalla Cina-, mamme che morivano come mosche nei parti lasciando figli alla mercè di matrigne non sempre benevole, figli venduti per fame e disperazione, alle miniere anche, insieme ai nani). Ne hanno già parlato in molti con più preparazione di me, se interessa rimando a Il drago come realtà di Silvana de Mari o il linguaggio dimenticato di Fromm.
Ponyo invece non sono riuscita ad amarlo così tanto, quella figura di padre assurda mi è sembrata un po’ caricaturale e anche se ho molto apprezzato i disegni l’insieme mi è risultato un mix un po’ grottesco…
Princess Mononoke mi ispira molto, grazie della dritta.
Siro says
Intanto grazie mille per questo bel commento. Praticamente un post – godibilissimo – a parte.
Ne potrei parlare con te per ore. Io ho fatto una tesi in semiologia del cinema sulle donne combattenti, era l’anno della tigre e il dragone da una parte e le charlie’s angels dall’altra… Quindi ho studiato abbastanza gli archetipi e gli stereotipi vari, ma di queste cose non se ne sa mai abbastanza. Quindi grazie per i suggerimenti di lettura, l’argomento mi interessa assai.
Ponyo io lo trovo eccezionale, anche se non bello come altri Miyazaki. Anche Ponyo è a modo suo un incrocio fra Pinocchio e la Sirenetta, ma probabilmente mescolato o comunque filtrato dalla tradizione e dalla sensibilità giapponese, che è molto molto diversa dalla nostra. I personaggi di Miyazaki hanno comunque delle costanti interessanti e un’ambiguità di fondo che cogliamo solo noi adulti.
Ne parleremo ancora, comunque eh!
PrecariaMamma says
una cosa invidio agli omofobi: la loro potenza visionaria. L’avessi io, applicata a miglior causa, potrei scrivere romanzi da far impallidire Harry Potter.
Siro says
Ma tu ce l’hai. E applicata a miglior causa. Cosa aspetti?
elinor says
Questi ultraconservatori a volte sono campioni di comicità involontaria!
Va comunque detto che nel film c’è un brevissimo frame (che pochi hanno notato e di cui stranamente non ho letto nulla neanche nell’articolo che riporta la polemica) che sembra proprio uno spot pro famiglie arcobaleno.
Nella scena dentro l’emporio, ad un certo punto si vede per un istante la porta a vetri della sauna, e dentro si vedono un uomo e tre bambini sorridenti che fanno ciao con la mano. Il negoziante si rivolge a loro dicendo “ciao famiglia!”
Io l’ho interpretata nel senso che quella è la famiglia del negoziante, composta appunto da due papà più i bambini. Mio marito la prima volta al cinema non aveva fatto caso alla scena, ma rivedendo il film (anche noi ce lo cucchiamo tutte le sante sere..) ha concordato con la mia interpretazione.
Anche ammettendo che sia un messaggio subliminiale progay, a me non ha dato alcun fastidio, ma mi meraviglia molto che gli omofobi non si siano scatenati su quella scena.
Siro says
Ma sai che non ci avevo fatto caso? Stasera ci guardo bene! Che storia 😀