Il lupo nelle fragole

La felicità spiegata dai piccoli

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Mamma, guarda…

4 marzo 2013 by Siro 17 Comments

Io adoro guardare il mondo con gli occhi di Alice.
Quanto darei per poter essere nella sua testa, come in quel film, Essere John Malkovich. Per fortuna Alice è una gran chiacchierona e mi rende partecipe; quanto mi diverto!

Sabato sera ho pensato bene di rileggerle Cappuccetto Verde, l’avevamo letto la scorsa estate, Alice aveva quindi meno di due anni, non interagiva tanto quanto adesso.

Mamma, guarda: la bimba porta il cappuccetto perché piove, vedi?
Ma no, non piove, è il muro, sono i disegni del muro.

….

Mamma, guarda: Cappuccetto ha paura.
Dici? E perché? Ancora non lo sa del lupo.
Ma no, mamma, lei ha paura perché quel muro è proprio tanto brutto.

Mamma, guarda: il lupo non si è lavato bene i denti.
Perché Alice?
Guarda bene mamma, ha l’insalata incrastata.
In effetti un lupo vegetariano apre scenari impensati.
Ma lo stesso Munari dice “La bestiaccia nera vuole spaventare Cappuccetto Verde per rubarle il cestino”.
Quindi in realtà non vuole mangiare Cappuccetto, ma la sua insalata, io non ci avevo pensato.
Per fortuna Alice ha gli occhi scevri (ma come parlo oggi?) di stereotipi e mi fa notare queste cose.

Domenica, cioè ieri, c’era un bel sole, decidiamo di andare a fare un bel giro in spiaggia. Noi abitiamo a pochi chilometri dal mare, così ce la prendiamo con calma e pensiamo di andare dopo pranzo e di spingerci in un lido un poco più lontano, a una mezz’oretta di macchina, in modo da far dormire un po’ le bimbe nel tragitto e goderci un po’ di paesaggio all’andata e al ritorno. In effetti le valli al tramonto sono uno spettacolo mozzafiato, in questo caso funestato da un attacco improvviso di gomito da parte di Alice. Mannaggia a me che le avevo fatto pure gli spaghetti. Vabbé, li ho rivisti tutti. Ovunque. Erano tantissimi.

Comunque fino al quel momento la giornata è stata molto piacevole.
Tiepida, luminosissima. Andare in una spiaggia che non è la tua ha un che di esotico. In questo posto poi c’è una spiaggia veramente lunghissima, non ci sono piattaforme al largo, pure la sabbia è diversa. Un altro orizzonte insomma.

Mentre guardavamo il mare si è alzato in volo uno di quei trabiccolini con la vela sopra, non so nemmeno come si chiamano. Anche Alice lo vede. O meglio, lei vede cose più belle di me.

Mamma, guarda: un dado seduto sotto all’arcobaleno.
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Filed Under: Alice, Io, la felicità spiegata dai piccoli, libri, lupo nelle fragole, Munari, vita quotidiana

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Comments

  1. Anonymous says

    4 marzo 2013 at 2:51 pm

    È proprio così, quante cose vedono che noi nemmeno sospettiamo esistano!!! Anche Ricky, delle volte, mi fa morire dalle risate e dalla tenerezza! lui vede un sacco di personagi anche se nella storia ce n’è uno solo, lui vede animali magici sotto al divano, lui trasforma il porta scotch in una ruspa, Lui vede pure papà che scende dalla montagna ” mamma, ma non lo vedi?!? È là, è lui, è papà, sta scendendo dalla montagna”, io invece vedo solo la montagna e basta…povera me!!!!

    Stellina

    Rispondi
    • Siro says

      4 marzo 2013 at 4:57 pm

      Beh, sai, ci sclerotizziamo sugli stereotipi, è normale. Avere figli fornisce tante occasioni per ridiscutere i nostri limiti.

      Rispondi
  2. Noemi Orazi says

    4 marzo 2013 at 3:03 pm

    AHahha bellissimo Silvia… sai devo dirlo al mio compagno .. che sembra un dado seduto sotto un arcobaleno….lui ha la passione del volo .. ha volato e vola con qualsiasi cosa …. anche con il “trabiccolino” con la vela sopra !!! Si chiama Paramotore!! Anche io volavo (con parapendio) poi ho smesso qualche anno fa !!!
    Alice è troppo avanti!!!

    Rispondi
    • Siro says

      4 marzo 2013 at 4:55 pm

      Ma dai! adesso so anche come si chiama… benissimo. Per me però forse sarà sempre l’arcobaleno col dado sotto.
      Io ho volato sugli aeroplanini piccoli, il padre di un mio exmoroso aveva il brevetto e ci portava ogni tanto. La prima volta era terrorizzata, la seconda mi sono divertita, la terza mi ero già stufata.
      Il parapendio prima o poi lo provo, dove vado in montagna ne vedo sempre a frotte.

      Rispondi
  3. Caia says

    4 marzo 2013 at 8:29 pm

    io non solo vorrei stare nella loro testa, ma vorrei riscoprire le loro parole. io adoro il modo in cui inventano la lingua, la riscrivono e immaginano.
    che palle crescere.

    Rispondi
    • Siro says

      4 marzo 2013 at 8:41 pm

      Ma no dai. C’è chi cresce bene e continua a farlo, con in più una consapevolezza che permette anche altri giochi con le parole.

      Rispondi
    • Elinor says

      5 marzo 2013 at 8:24 am

      E’ vero. Mettersi al livello dei propri figli bambini significa in fondo rivivivere il mondo incantato dell’infanzia, ma in modo consapevole. Da bambini si è felici senza saperlo e al tempo stesso si fa scorta di felicità per il resto della vita, da grandi si impara a riconoscere e a godere appieno dei momenti di felicità che la vita ci offre. E i figli sono ottime occasioni per essere felici!

      Rispondi
    • Siro says

      5 marzo 2013 at 8:54 am

      Esatto! La pensi esattamente come me, come puoi vedere questo è esattamente lo spirito di questo blog. Non a caso il sottotitolo è “la felicita spiegata dai piccoli”. Io evidentemente sono stata una bambina felice, poi sono stata un po’ abbandonata a me stessa, ma devo avere avuto basi solide se ancora oggi so vedere tante cose con gli occhi di bimbo, o so riconoscere lo sguardo incantato delle mie figlie.

      Rispondi
    • Elinor says

      5 marzo 2013 at 9:27 am

      Infatti per questo mi piace tanto il tuo blog! Potrei averlo scritto io…se solo sapessi scrivere così bene e non fossi negata con il piccì!

      Rispondi
    • Siro says

      5 marzo 2013 at 9:36 am

      Ma grazie Elinor.
      Ma perché non ci provi? Buttati! Guarda, dal punto di vista tecnologico tutto si impara. Queste piattaforme di blogger poi sono facilissime da usare. Se ti serve una mano scrivimi, c’è la mia mail sulla colonna qui a destra.
      Dai, coraggio, vogliamo leggere anche te. 😉

      Rispondi
    • Elinor says

      6 marzo 2013 at 8:25 am

      Per ora sicuramente no, è un periodo già abbastanza impegnativo tra lavoro, famiglia e un progetto di nuovo lavoro che mi sta a cuore. Ma mai dire mai, magari un giorno mi lascerò tentare!

      Rispondi
  4. Alexa says

    5 marzo 2013 at 8:39 am

    un dado seduto sotto all’arcobaleno.. che bell’immagine!

    Noi domenica siamo andati all’acquario e il nano è impazzito di gioia: andavas dai pesciolini, li salutava, si presentava… “mamma vedi, quello è papà, quello è mamma e quello piccuo è tato…………”mamma vedi quelli? stanno facendo la nanna”…….

    Che fortune che abbiamo a poter (ri)scoprire il mondo coi loro occhi!!

    Rispondi
    • Siro says

      5 marzo 2013 at 8:55 am

      L’acquario! Devo andarci assolutamente al più presto. Un’altra delle passioni di Alice, oltre ai lupi, sono i pesci. Ha passato tutta l’estate a guardare Nemo in loop, negli ultimi mesi invece ha la passione per Ponyo.
      Brava Alexa, grazie.

      Rispondi
  5. Cristina says

    5 marzo 2013 at 8:50 am

    Io mi faccio certe risate con le cose che si inventa Lorenzo, non vedo l’ora che anche Valerio acquisisca il dono della parola per poterli sentire mentre ne inventano qualcuna insieme…. 🙂

    Rispondi
    • Siro says

      5 marzo 2013 at 8:56 am

      Anche io non vedo l’ora di vederle giocare insieme e parlare. Dalia comincia ora a lallare, poi ti racconterò.

      Rispondi
  6. Rocco Citro says

    8 marzo 2013 at 7:29 pm

    “Andare in una spiaggia che non è la tua ha un che di esotico”, beata te!
    Qui la cosa più esotica che c’è è il Lido di Casalecchio.
    E di dadi sotto l’arcobaleno neanche a parlarne.

    Rispondi
    • Siro says

      8 marzo 2013 at 7:42 pm

      Scherzi? Ero a lido degli estensi, ho passato il confine!

      Rispondi

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