Ieri sera il mio compagno ha deciso di cambiare la foto sul suo profilo facebook, per mettere un’immagine dedicata al giorno della memoria.
Un suo collega ha pensato bene di commentare.
Ma di commentare negando o meglio, minimizzando la questione dell’olocausto. Ha proseguito farneticando di complotto sionista, manipolazione dei media, distorsione della verità e della realtà da parte degli ebrei e dei comunisti che non vogliono farci sapere come stanno veramente le cose.
Io non ci posso veramente credere che nel 2013 ci sia qualcuno che parla ancora di complotto sionista. Che nega. Che minimizza. Che parla di strumentalizzazione dei morti (per quale ragione poi?).
Poi arriva pure quell’altro, quello abbronzato, ma artificialmente.
Se qualcuno ancora si interroga sull’utilità della giornata della memoria, io rispondo: sì, è utile, è doverosa, è necessaria.
Non vado oltre. Non c’è bisogno di ulteriore retorica, c’è bisogno di fatti: bisogna leggere, bisogna informarsi, indignarsi, insegnare ai nostri figli. Sono rimasti pochi testimoni vivi, ma la memoria deve continuare.
Il mio compagno non ha dormito stanotte, turbato dalla discussione nata ieri sera.
Oggi siamo andati al mare, è stata una bella giornata di sole, abbiamo riso e scherzato, eppure noi avremmo voluto essere da un’altra parte, al buio, a rabbrividire, a piangere.
L’anno prossimo ci saremo. A Parma. A vedere per l’ennesima volta L’istruttoria di Peter Weiss.
Un giudice, un difensore, un procuratore, diciotto accusati e nove testimoni anonimi sono i personaggi di quest’opera in undici canti che, come un Inferno laico e contemporaneo, trascende la rappresentazione del processo e acquista la liricità di una tragedia antica. Una sorta di viaggio agli inferi, non solo nel tempo ma anche nello spazio, in cui i personaggi, bloccati tra forma e vita, tentano con l’azione di dipingere “l’istante eterno” della storia e del ricordo.
Atto di denuncia contro i criminali nazisti, L’Istruttoria venne scritto da Peter Weiss dopo aver assistito allo storico processo che si svolse a Francoforte dal 1963 al 1965 contro un gruppo di SS e di funzionari del lager di Auschwitz.
L’Istruttoria di Peter Weiss, che venne alla luce in più teatri tedeschi già nel 1965, ha avuto e ha tuttora storicamente una realizzazione di culto che dal 1984 in poi si deve agli attori dell’ex Compagnia del Collettivo di Parma, ora militanti nella Fondazione Teatro Due con regia immutabile e perfetta di Gigi Dall’Aglio. Quest’opera shockante e ammutolente sull’Olocausto, proprio in un epoca come l’attuale, in cui s’è arrivati a discutere su una ridefinizione di quella barbarie, assume un’importanza simbolica di memoria, di monito e di attestazione irrefutabile della più alta ingiustizia umana del ‘900 e per spettatori vecchi e nuovi è assolutamente a non perdere. Come sempre, ritmati dalla scrittura di Weiss, e dalla regia strenua e toccante di Dall’Aglio, sono tre i tempi e i moduli della messinscena: c’è uno svelamento degli “interpreti” che si truccano, per entrare nei ruoli in camerino (adottando nel prologo una pagina della Divina Mimesis di Pasolini), poi c’è una sorta di compresenza fra personaggi e spettatori, e infine c’è il tragitto delle vittime nel calvario delle torture davanti a una parete bassa e nera utilizzata anche come lavagna per scritte e diagrammi. Con musiche di Alessandro Nidi. E con uno strazio laico senza fine.
Qui il sito del Teatro Due di Parma, da cui vengono testi e foto.
Qui un video in cui la compagnia parla dello spettacolo.
Qui invece, una bellissima lettera agli oltre 150 mila spettatori (ad oggi) di questo spettacolo, scritta da Laura Cleri, la straordinaria attrice ritratta nella foto di apertura.
La frase del titolo è di Anna Frank.
Giulia says
Io non so perché nel 2013, con tutto il tempo che già non abbiamo, tocca perderne altro a sentire sempre le solite fesserie, sempre le solite “si, però….”, sempre le solite teorie sui complotti…
SE (e sottolineo SE) anche fosse, resta il fatto che alcune cose mostruose sono successe.
Che troppa gente è morta in modo inumano
Ed è questo che dobbiamo ricordare, è questo che dobbiamo raccontare alle nuove generazioni, perché già la nostra non le ha vissute e potrebbe trovarle incredibili.
Poi dei deliri della persona anziana non voglio parlare perché -come ho detto- spreco già troppo tempo
Siro says
Cara Giulia, la cosa peggiore è che questo NON è una persona anziana. Avrà al massimo 40 anni.
Anche fosse morto uno solo sarebbe stato uno di troppo. E non solo ammazzati, ma sviliti, gli è stata tolta qualsiasi forma di umanità.
Giulia says
Infatti…un conto è la guerra, l’avere un nemico…assurdo, ma…à la guerre comme à la guerre..
Altro conto è la crudeltà inutile e gratuita, la mostruosità che abbassa e uccide le anime.
Quello non è e non sarà mai accettabile.
Pr nessun motivo
Valentina says
Quando leggo certe cose, commenti, argomentazioni ecc… divento cattiva ma cattiva davvero, la rabbia mi sale da dentro e mi verrebbe voglia di urlare contro questi poveri ignorantelli, senza capacità critica e con poco sale in zucca.Poi, normalmente mi dico che non meritano la mia attenzione perchè la Storia parla e se non la sanno ascoltare , è peggio per loro. Infine, mi do delle risposte sul perchè il mondo e la nostra civiltà sia ridotta così e perchè in Italia siamo arrivati a questo punto….! Tristeza! vai lo sfogo del lunedì è fatto!
Siro says
Il fatto è che questo non è nemmeno ignorante, almeno non nel senso che non si è informato. Anzi, ha argomentato le sue teorie citando dati, fonti, studiosi. Dati, fonti e studiosi che purtroppo ci sono.
Penso invece che a queste persone andrebbe urlata in faccia tutta la nostra indignazione. Io ho studiato tante cose all’università che avrei potuto ribattere, ho fatto un bellissimo corso di storia contemporanea tutto imperniato sul fascismo/nazismo e il negazionismo. Stefania se legge può testimoniare. Ricordo ancora un libro terribile e bellissimo, sull’operazione sistematica di annientamento della persona che veniva fatto nei campi di concentramento.
Ma non certo all’1 di notte, dal cellulare, su una bacheca facebook. Avevo chiamato in soccorso anche una task force di ex compagni, ora professori universitari, ma non mi ha risposto nessuno.
Intanto questo ha scritto papironi interminabili pieni di deliri neo-fascisti sulla bacheca del mio compagno, che ne era così addolorato e turbato che ha pensato di cancellarsi da facebook.
Alexa says
Purtroppo c’è tanta gente così…
Una delle segretarie del mio ex posto di lavoro, ragazzina ventenne, mentre parlavo della guerra mi ha risposto: “ah, perchè, c’è stata una seconda guerra mondiale???” …. …. no comment… …
Siro says
Ecco vedi. Questa invece è ignorante. Mi viene rabbia ma meno (se si può fare una scala di rabbia). Almeno credo che lei non vada in giro a cercare di convincere tutti che la seconda guerra mondiale non c’è stata!
Io credo comunque che non dovrebbero dare nemmeno la licenza elementare a chi non sa queste cose. Dovrebbero esserci domande obbligatorie in tutti gli esami dei vari cicli scolastici.
E questa lavorava pure!
No ma va benissimo, eh! Cervelli in fuga. Alcuni vanno col corpo all’estero, altri invece se ne vanno e lasciano i corpi qui, a spammarci l’esistenza.
Ecco anche io ho fatto il mio sfogo del lunedì 😉
Anonymous says
Pascal “gli uomini, non avendo nessun rimedio contro la morte, la miseria e l’ignoranza, hanno stabilito, per essere felici, di non pensarci mai”.
Poverini, aggiungo io!
Stellina
Siro says
Grazie tesoro. Una citazione bellissima.
Cristina says
Ho letto questo post quando lo hai scritto e non ho avuto parole per commentare, perchè ne conosco diverse di persone che fanno di questi discorsi e mi rendo conto che per lo più lo fanno per sentirsi grandi, per darsi importanza, per bearsi di aver scandalizzato, per la maggior parte detesto queste persone, per il resto non le ritengo nemmeno degne di essere detestate, in generale evito di fare il loro gioco rispondendo alla provocazione. Stavolta ho risposto, confido che il soggetto in questione non legga il tuo blog.
Siro says
Ma lo spero bene anche io! Non lo conosco nemmeno, il soggetto, e spero anche di non incontrarlo mai. Da quello che dice mio marito però, è proprio uno che ci crede. Un mussoliniano convinto, per lui non sono provocazioni, vuol proprio farti capire perché sbagli (grrrrrrrr).
Per fortuna anche lui lo vede raramente, fa le consegne al lavoro da lui.