Il lupo nelle fragole

La felicità spiegata dai piccoli

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Di bende e sorrisi.

15 giugno 2014 by Siro 20 Comments

Certe cose son così, ti capitano fra capo e collo.
In questo caso così, fra sopracciglia e naso.

Da un mese – all’incirca – mi sono accorta che quando sei stanca o agitata il tuo occhio destro va in giro a fare passeggiate.
Percorre ben bene il suo mare bianco e va a fermarsi nel golfo delle lacrime. Lì sembra che voglia nascondersi, spinge spinge spinge per entrare nell’anfratto.
Ti ho chiesto se ti faceva male e se riuscivi a fermarlo e tu mi hai detto che lui non ti dava retta, e che se cercavi di tenerlo a bada ti faceva male la testa.
Allora siamo andati da una ragazza riccia e simpatica, ti ha fatto giocare con bacchette e cartoline, la prima volta. La seconda volta ti ha messo le gocce negli occhi e ha fatto scendere una nebbia densa nel golfo delle lacrime.
La prima volta la mamma si è molto spaventata, sai, ma poi già la seconda volta le cose sembravano meno gravi. Ed è spesso così, quindi bisognerebbe cercare di non preoccuparsi prima. Non serve a niente e in più ti priva di energie che potrebbero servirti dopo.

Ah come sono saggia.
A posteriori.

E così ora porti una benda. L’abbiamo fatta arrivare direttamente dall’Isola-che-non-c’è. Te l’hanno preparata Peter Pan e i bimbi sperduti. Dentro c’è la polvere di fata, quella di Trilly in persona.
È una benda magica, infatti la metti sull’occhio sano per far guarire quello vagabondo, ed evitare che vada da solo in cerca della seconda stella a destra, lasciando l’altro fermo lì, attonito, ad attendere il suo ritorno.

Il primo giorno ne hai cambiate 3, con gran dispersione di polvere di fata. Trilly era un po’ irritata, e anche la mamma, un tanticchio. La prima era in tinta col vestito. La seconda no, per cui hai voluto cambiare anche il vestito. La terza, invece, perché la seconda era troppo molle.

Oggi eri allegra e vivace come sempre, come se con quella benda ci fossi nata.
Peccato giusto che non infili la porta e sembri uscita da Hollywood Party.
La mamma ti accompagna col sorriso, vorrebbe aiutarti a non cadere e a non sbattere ovunque, ma non può. Dovrai prendere tutte le tue capocciate da sola, io sarò qui a baciarti bernoccoli.

Forse fra molti anni, quando sarai mamma, capirai il peso granitico di questo sorriso.

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Comments

  1. Carla S. says

    15 giugno 2014 at 10:37 pm

    Pat pat.
    E’ la mia mano sulla spalla.
    Dopo anni di bendine e occhiali bifocali finalmente la crescita ha permesso all’occhio vagabondo della grande di prendere la strada corretta.
    Fai scorta di bendine e di sorrisi. Se vuoi, ne ho un pochi in avanzo. Di sorrisi.
    Le bendine le abbiamo passate al cuginetto. Sigh…

    Rispondi
    • Siro says

      17 giugno 2014 at 8:51 am

      E per fortuna che è un problema del 4% dei bambini. Io ne vedo ovunque!

      Rispondi
  2. mammapiky says

    16 giugno 2014 at 6:19 am

    Quanto coraggio ci vuole ad essere mamme sorridenti in questi momenti perché e’ vero che e’ un momento passeggero ma vorremmo risparmiargli ogni dispiacere. Io già so che per mio figlio servirà l’apparecchio ai denti e già mi dispero!

    Rispondi
    • Siro says

      17 giugno 2014 at 8:53 am

      certo. è il disagio: il caldo, l’impotenza, il non vedere un tubo dall’occhio vagabondo! Coraggio no. Direi pazienza, nervi saldi. Rimanere basi solide, non far trapelare il dispiacere, altrimenti la vivranno come una cosa negativa.

      Rispondi
  3. Claudia says

    16 giugno 2014 at 5:44 pm

    Che brava mamma…

    Rispondi
    • Siro says

      17 giugno 2014 at 8:54 am

      Grazie Claudia, ma non particolarmente 🙂 Attenta, quello sì, ma sono sempre la solita eh. Non ho pazienza per tante altre cose ad esempio. E faccio tanti errori, come tutte.

      Rispondi
  4. la duchessa says

    16 giugno 2014 at 6:14 pm

    Quanto ti stimo, sorella <3

    Rispondi
    • Siro says

      17 giugno 2014 at 8:55 am

      E perché mai? Non faccio niente di speciale. Alice è da tanto di cappello, sicuramente arriverà anche la crisi, ma per ora è bravissima.
      Comunque tu continua a stimarmi, che male non mi fa 😉
      (ma quando arrivi?)

      Rispondi
    • la duchessa says

      19 giugno 2014 at 2:24 pm

      Questo commento è stato eliminato dall’autore.

      Rispondi
    • la duchessa says

      19 giugno 2014 at 2:28 pm

      Arrivo i primi di agosto, dear <3

      …e comunque, ti stimo perchè molte altre avrebbero messo semplicemente la benda normale vivendo la cosa come una malattia, come una brutta parentesi, come un dovere…invece tu hai avuto l’idea della benda chiccosa, la fotografi e ci sorridi dietro…e tutto questo non perché sei frivola, avverti il sapore amaro del boccone ma lo ingoi lo stesso con un poco di zucchero. Ma tutto ti devi spiegare!?! 😉

      Rispondi
  5. GLLMRT says

    16 giugno 2014 at 9:13 pm

    io l’ho portata la benda silvia… dai un bacio speciale alla tua piccola grande bimba, che sarà piu’ brava di tutti a scorgere sfaccettature diverse sulla seconda stella a destra. e quando sara’ grande e si ricordera’ la strana sensazione di essere pirata, ma chic, sorriderà e farà una carezza alla sua mamma che l’ha aiutata a superare anche questa 😉

    Rispondi
    • Siro says

      17 giugno 2014 at 8:56 am

      E guarda che occhioni bellissimi che hai ora!
      Vieni a darle un bacino di persona, orsù. A fine settimana ci trasferiamo al mare, vi aspettiamo.

      Rispondi
  6. elinor says

    17 giugno 2014 at 6:47 am

    Mannaggia Siro, questa non ci voleva!
    Brava tu che riesci a trasformare nella favola dei pirati anche la necessità di portare la benda…
    In bocca al lupo!
    Un abbraccio

    Rispondi
    • Siro says

      17 giugno 2014 at 8:58 am

      Per fortuna ho una fervida fantasia e una tendenza al pollyannismo che mi tira fuori dalle situazioni bruttarelle. Devo dire che fra la prima e la seconda visita mi sono sentita come se mi inseguisse un coccodrillo che ha inghiottito una sveglia.

      Rispondi
  7. Cristina says

    17 giugno 2014 at 8:58 am

    Come è difficile a volte regalare sorrisi ai propri figli…. Tu però sei bravissima a rendere un’avventura anche una situazione non proprio simpatica….
    Ovviamente Lorenzo vorrà mettere una benda appena vedrà quella di Alice 🙂

    Rispondi
    • Siro says

      17 giugno 2014 at 9:00 am

      Ne porteremo qualcuna anche per lui 😀
      Alice ieri ha detto: come sei stata previdente mamma, le spade le avevamo già comprate!

      Rispondi
    • Cristina says

      17 giugno 2014 at 9:01 am

      Grande Alice, anche noi un paio di spade le abbiamo, sicuramente si giocherà ai pirati!

      Rispondi
  8. pinkg says

    17 giugno 2014 at 9:59 am

    Fra capo e collo noi mamme abbiamo un callo… per sorridere anche quando proprio…
    Forza occhietto bello! Metticela tutta e stare in riga con tuo fratello, che le (trash)chiccosissime piratesse ci piacciono assai ma solo per finta eh….
    Baci <3

    Rispondi
  9. Anonymous says

    15 luglio 2014 at 8:39 am

    Ciao cara, da mamma di un piccolo pirata, non sai quanto ti capisco…Il mio bimbetto è bendato oramai da anni a causa di una brutta cataratta (chi immaginava succedesse ai bambini???);organizziamo grandi feste a tema, ovviamente il dress-code impone bende per tutti, bimbi e accompagnatori,vascelli fantasma e spugne a volontà! Sta funzionando, lentamente sta migliorando, ma in sua assenza non riesco ad evitare una lacrimuccia pensando ai primissimi tempi, e alla difficoltà di deambulazione…Coraggio, sei forte e sorridente, e tanto basta! Mamma Eva

    Rispondi
    • Siro says

      15 luglio 2014 at 8:47 am

      Ciao Eva, grazie per essere passata di qua e di avermi portato anche un po’ della tua esperienza. Ieri abbiamo fatto la visita, la vista è migliorata tantissimo, ma ancora non sovrappone le immagini, quindi usa un occhio alla volta. Ora può usare la benda un giorno sì e uno no, ma ha ggiunzo le lunette zigrinate agli occhiali.
      Continuiamo a smussare gli angoli dei mobili, eh. Ma così piccoli prendono tutto come naturale, hanno meno resistenze al cambiamento rispetto a noi. Forse non è coraggio, è riuscire a sintonizzarsi su questa naturalezza, è smontare il problema e rendersi conto che forse è un problema più per me che per lei…

      Rispondi

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