Trattengo spesso il respiro, certe apnee mi bruciano il petto.
Trattengo lacrime, forse per quello ho la cellulite, bisogna buttarli fuori i liquidi, ché poi gonfiano.
Trattengo sentimenti, ma solo quelli negativi, non li voglio e non li esprimo. Come se tenendoli dentro facessero meno male. Ne fanno di più, invece. A me.
Trattengo lo sguardo, lo porto dentro o fisso il muro.
Trattengo me stessa, sono accartocciata e tesa. Le spalle mi dolgono, il collo è scomparso, la testa cerca riparo nel carapace, ma carapace non trova.
In tutta questa tensione la mira dov’è? A cosa punta la freccia? A niente, avvoltolata come sono su me stessa.
Quindi sciolgo i miei muscoli della libertà rattrappiti, in una tensione opposta e contraria, che mi aiuti a sciogliermi.
Alzo lo sguardo dal muro, porto le mie spalle fuori da qui. Ora lo sguardo si perde in quel punto sfumato là, in fondo, lontano. Dove il mare non sa più se è mare o cielo e non gli importa nemmeno un granché.
Oggi ho respirato così tanto che sono stanchissima. Ora dormo, se chiudo gli occhi vedo ancora il luccichio.
Cristina says
Respira, guarda lontano, piangi, urla, liberati, diventerà tutto più leggero.