In queste settimane il mio pensiero vortica intorno allo specchio.
Buon compleanno a te, che affondi la lingua nell’invisibile convertendo in specchio le parole.
Queste sono le parole che mi ha scritto la mia amica Giada il giorno del mio compleanno. Vengono da una bellissima poesia, ne ho già scritto qui, nell’altro blog. Un testo complesso, denso, che ho riletto spesso in questi venti giorni.
Ma precisamente di ciò di cui non si può parlare bisogna parlare,
affondare la lingua nell’invisibile convertendo in specchio le parole,
navigarci dentro sapendo che sono barche senz’equipaggio,
senz’altro interesse che l’enigma di chi o cosa le ha trasformate in fantasmi […]
La settimana del mio compleanno è stata bellissima. Potete dire quello che volete, ma Facebook può essere una grande tramite di affetto. Quasi 200 messaggi in bacheca, telefonate, sms, whatsapp, messenger, mail. Mi sono concessa un giorno di ferie, ho messo lo smalto e ho risposto a tutti (tranne una). Tutte quelle persone hanno pensato a me, anche solo per 5 secondi. Sono stata investita da un’ondata di energia, di affetto, di parole. Parole che sono specchi, specchi puntati su di me. E io ho avuto finalmente l’audacia di guardarci dentro. Mi sono vista bellissima.
Un maestro dei fiori comincia la lezione sciogliendo con precauzione il legaccio che stringe i fiori e i rami fioriti, e dopo averlo arrotolato con cura, lo mette da parte. Considera quindi i singoli rami, dopo ripetuto esame ne sceglie i migliori, dà a essi, piegandoli delicatamente, la forma che devono assumere secondo la loro funzione e finalmente li dispone in un vaso appositamente scelto. La composizione, al suo termine, appare come se il maestro avesse indovinato ciò che la natura sogna nei suoi sogni oscuri”. (Eugen Herrigel, Lo zen e il tiro con l’arco). Così la mia amica Silvia con le sue parole. Tanti auguri, cara :-), Annamaria.
Per un laboratorio di Storytelling ho dovuto lasciare che un altro scrivesse la mia bio. Mi sono sentita come in quegli esercizi di fiducia che si fanno a teatro, presente? Ti lasci andare all’indietro, fiduciosa nel fatto che dietro ti sorreggano e non ti lascino cadere. Ho lasciato che succedesse. Mi sono specchiata in quelle parole e mi sono riconosciuta e piaciuta.
Ho ripreso a vedere due vecchi amici, con loro mi sento veramente libera, posso lasciarmi andare senza spiegazioni: sanno da dove vengo, non gli importa dove sto andando, apprezzano il qui e ora perché il resto lo sanno già. Questa su, nella foto con me, è la mia compagna di banco del liceo. Riflessi nei suoi occhi gialli ci sono quasi 30 anni di risate, cazzate, amorazzi, delusioni, paure, e ancora tante risate. Credo di non averle mai voluto tanto bene come adesso. Mi guardo in mezzo a quei riflessi e mi riconosco, bellissima.
[Ho imparato un’altra cosa grazie a loro: non è vero che ti accorgi del valore delle cose quando le perdi. Te ne accorgi quando le ritrovi. Quando sai che potresti farne a meno, sicuro sopravviveresti, ma non vuoi, non più.]
A volte bisogna solo aver il coraggio di lasciarsi andare e guardare quello specchio, quel riflesso. Potresti anche scoprire che ti piaci.
Queste mie considerazioni si sono poi intrecciate con un post di un’altra cara amica, Annamaria (sì, sempre lei, quella del maestro dei fiori): Ma perché noi donne abbiamo un problema con le foto profilo?
Parla di personal branding, ma è più che altro una scusa per parlare di consapevolezza e percezione di sé.
In questi giorni, in cui poi “tutte” stiamo partecipando a She Factor e si fa un gran parlare di personal branding, beh – signora mia – io sono molto contenta del lavoro che ho fatto su di me e sulla mia immagine. Io mi sento molto rappresentata da me stessa. Perché la semplicità, la spontaneità, la libertà, sono frutto di lavoro, di consapevolezza, di selezione. Sono cose che hai a 40 anni, non a 20.
Perché – signora mia – una è più autentica quanto più somiglia all’idea che ha sognato di se stessa.
Scrivo meno, ma penso tanto e vivo molto consapevole.
Photo: lorelai_23
Gio says
E anche stavolta mi riconosco un sacco in quello che scrivi.
So degli esercizi di fiducia del lasciarsi cadere, anche io compio quarant’anni (tra un mese) e anche io finalmente mi sento bellissima. Un carissimo amico al mio matrimonio mi ha dedicato una poesia che mi descriveva, tirando fuori aspetti a cui neanche io avevo mai avuto il coraggio di dare un nome.
Ieri sera un’amica, mostrandomi la sua nuova stanza dello stiro mi ha detto “ed ecco il mio regno”. Queste parole mi hanno molto fatto riflettere. “Personal branding”… non conoscevo quest’espressione prima e vorrei saperne di più. Se non trovo nulla nei tuoi link che ora esplorerò, tornerò a chiederti.
E… accidenti! anche io cito spesso e volentieri la frase di Agrado!!!
Siro says
Mi fa piacere che il mio percorso incontri il tuo. Anche perché è un percorso che mi sta dando tanta gioia. 😀
Se vuoi qualche dritta sul personal branding scrivimi, o cercami su Facebook, ti do un po’ di link e ti consiglio un libro.
Intanto puoi iscriverti a She factor, anche da lì ti arriveranno un po’ di dritte.